Mazzoni a Bari nel Pallone: “Bari mi è rimasta nel cuore. La Serie B? Questa piazza merita ben altro”

La nostra intervista alla storica bandiera del Bari dal 1953 al 1963 e per anni recordman di presenze


Mario Mazzoni assieme ad un altro fiorentino doc: Antonio Di Gennaro
Mario Mazzoni assieme ad un altro fiorentino doc: Antonio Di Gennaro

BARI – Ancor prima di Giovanni Loseto e Jean Francois Gillet, il nome e l’identità del Bari sono stati legati ad un altro calciatore. Più precisamente ad un centrocampista di origini fiorentine e che dal 1963 al 1993 ha mantenuto intatto il record di presenze coi galletti. Esattamente 313, in ogni categoria, dalla IV Serie (Serie D) sino alla Serie A: in mezzo anche quattro promozioni diverse (due in A, una in B, un’altra in C) ed una semifinale di Coppa Italia (1962/63). Tanti i duelli a distanza con un certo Nils Liedholm, visto che entrambi per diverso tempo sono risultati essere tra i migliori nel loro ruolo nella massima serie. Stiamo parlando di Mario Mazzoni, vero e proprio pezzo di storia biancorossa dal 1953 al 1963. La redazione di barinelpallone.it, a margine di un convegno, ha avuto la possibilità di intervistarlo e di rivisitare qualche particolare aneddoto sul calcio di ieri. E non solo.

Mario Mazzoni ed il Bari, 10 anni vissuti ad alta intensità e impossibili da dimenticare. Cosa ha significato per lei indossare la casacca biancorossa?
“In dieci anni le soddisfazioni avute sono sicuramente tante. Ho vinto spesso col Bari, in tutte le categorie. Sento questa squadra e questa città dentro di me, calcisticamente mi sento un barese. Fare 313 partite non è come fare delle comparse, quando vengo qui mi batte sempre forte il cuore a distanza di tanti anni”.

Quali i ricordi più belli coi galletti?
“Il migliore di tutti è indubbiamente legato alla promozione del 1958 dopo gli spareggi di Roma e Bologna contro il Verona. Erba fu decisivo. Quel che poi successe fu impressionante, fummo accolti da un bagno di folla generale. Tornammo in Serie A dopo 8 stagioni. Il gol memorabile, invece, è quello messo a segno contro l’Inter, nonostante la sconfitta interna per 1-2. E come dimenticare anche la rete messa a segno a San Siro contro il Milan. E sempre vivo è il ricordo di Biagio Catalano, lui lassù corre anche per me e mi da una mano. In campo era davvero un tutto fare”.

Da fiorentino…a fiorentino. Oggi lei è stato premiato da Antonio Di Gennaro, uno che già da calciatore aveva dimostrato di tenere a cuore le sorti dei biancorossi e con prestazioni importanti.
“Lui in realtà ha fatto bene anche a Verona, non solo qui a Bari. Con lui ho un grande rapporto di amicizia, sin da quando io ero al settore giovanile della Fiorentina. Gli diedi una grossa mano dal punto di vista professionale, se lo meritava”.

Che dire, invece, del Bari attuale? Anche stavolta si dovrà ripartire dalla B…

“Mi dispiace tanto, il Bari merita ben altro e non queste categorie”.






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Collaboratore ed aspirante Pubblicista. Si occupa di qualsiasi argomento attinente al calcio di Bari e Provincia

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