1997 – Il Bari esce indenne dall’infuocato derby col Foggia. La Serie A è ad un passo

Galletti in vantaggio con Ventola, per i satanelli pareggia Colacone. Inversione di campo dell'arbitro Collina per lancio di oggetti verso Fontana


Tifosi del Bari
Tifosi del Bari

Spesso i traguardi ed i successi sportivi di una stagione passano giocoforza da alcune partite. Decisive, calde o infuocate, soprattutto se si tratta di derby. Fu il caso del Bari edizione 1996/97: come dimenticare, nel girone di ritorno, i confronti contro Lecce e Foggia? Il primo risvegliò gli uomini di Fascetti da un grande torpore, il secondo – di fatto – consegnò agli stessi il ritorno nella massima serie. Grazie anche al contemporaneo pareggio del Genoa (che aveva in squadra Nicola e Torrente, futuri allenatori proprio dei pugliesi) contro il Ravenna.

Nonostante la partenza di pezzi pregiati come Protti, Gautieri e Kenneth Andersson, l’obiettivo del Bari era quello di tornare subito in A. Come? Attraverso un mix di esperienza (Ingesson, Guerrero, Doll, Fontana e Garzya su tutti), gente di categoria (Giorgetti) e giovani promettenti (Volpi, Ventola, Flachi, Di Vaio). Molti i pareggi ottenuti nel corso del campionato, diverse le vittorie e pochissime le sconfitte. Ogni traguardo sembrava essere a portata di mano, ma alcune prove poco convincenti ed un trittico di sconfitte nel ritorno (Ravenna, Chievo, Empoli) facevano precipitare i galletti in decima posizione. Tutto finito? Macchè. La già citata vittoria contro i salentini ridiede punti, forza e motivazioni. Da quel momento in poi i galletti non mollarono più la presa (8 vittorie ed 1 pareggio), ma restavano ancora da giocare le sfide con Foggia e Castel di Sangro. Solo dopo si sarebbe potuto eventualmente blindare.

Storicamente i satanelli sono stati sempre un avversario ostico.
Soprattutto qualche anno prima ai tempi di Zeman: l’1-3 dei rossoneri al ‘San Nicola’ nel marzo del 1992 condannò un Bari stellare (quello di Platt, ma solo sulla carta) ad una clamorosa retrocessione in B. Cinque anni dopo e nonostante la B in tasca, la formazione allenata da Burgnich vendette cara la pelle ed onorò il suo campionato. Furono cinquemila i baresi al seguito dei propri beniamini allo ‘Zaccheria’, la gioia al gol di Ventola (al 48′) venne poi stroncata dal pareggio di Colacone a 9 minuti dalla fine (81′). Da segnalare, ad inizio secondo tempo, l’increscioso episodio capitato ai danni di Fontana: un fitto lancio di bottiglie dalla curva foggiana costrinse l’arbitro Collina all’inversione di campo. Una decisione unica nel suo genere, mai due squadre nell’arco dei 90 minuti avevano attaccato verso un solo lato. Il caso fece molto discutere.

Il pareggio non servì a fermare la corsa del Bari verso la Serie A. Salivano a quota 10 i risultati utili consecutivi, col Castel di Sangro ormai salvo sarebbero bastati i 3 punti per tornare nel calcio che conta dopo soli 12 mesi. L’ultima volta in cui accadde qualcosa di simile risaliva al torneo cadetto 1941/42: in quella circostanza i galletti chiusero il campionato addirittura al primo posto.






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