Anderson, buona la prima dal 1′: impatto italiano e giocate ok

C'era tanta curiosità attorno all'olandese. Aspettative non deluse


Djavan AndersonC’era tanta curiosità attorno a Djavan Anderson in casa Bari. Il suo esordio dal 1′ a Salerno è parte integrante di un percorso di crescita partito dallo scorso 8 agosto, allorquando sbarcò per la prima volta nel capoluogo pugliese. L’olandese, inizialmente in prova con Marquez, aveva rappresentato per tutti una mossa a sorpresa. Un colpo ad effetto targato Sean Sogliano.

ESAME SUPERATO – E se lo spagnolo classe 1994 è stato rispedito al mittente, il ‘nostro’ ha invece superato brillantemente gli esami con mister Grosso. Ed è così che, lo scorso 7 settembre, è arrivato l’atteso tesseramento in biancorosso. Una data storica, in un senso lato: mai prima d’allora i biancorossi avevano avuto un giocatore olandese. In Puglia si ricordano solo i precedenti di Roy (Foggia, dal 1992 al 1994) e Winklaar (Lecce, dal 2001 al 2004). Il curriculum? Non malaccio, pur trattandosi di un classe 1995: esperienze con Cambuur, Az Alkmaar, formazioni giovanili Ajax e Nazionale Olandese (Under 17 e 18).

DA GRAVINA A SALERNO –
Sul rettangolo verde l’avventura col Bari è iniziata con l’amichevole contro il Gravina, anche se soltanto con la formazione Primavera guidata da De Angelis. Per attendere la prima, vera, convocazione, bisogna invece attendere al sfida esterna contro il Frosinone. L’esordio in campionato contro l’Ascoli arriva dopo altre 7 panchine consecutive: appena 9′ in campo. Ed è poi con la Salernitana che arriva il primo importante banco di prova. Nei primi minuti Anderson soffre un po’ l’emozione della prima volta, poi però emerge in maniera importante. L’olandese, a ragion veduta, va premiato per coraggio, intensità ed intraprendenza. Sa proporsi e si fa notare, sul è anche il cross dello sfortunato colpo di testa in area di Capradossi e che poteva valere il 2-0. Non è da tutti questo impatto col calcio italiano, specialmente in una trasferta calda come quella nel capoluogo campano. Il futuro? Grosso ha una freccia in più nel suo arco: può essere impiegato lateralmente in difesa ed a centrocampo. Tornerà utile, c’è da scommetterci.






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