Bari, questione di pressioni? No. La tifoseria è solo stanca. Come ripartire? L’analisi

Negli ultimi anni troppe vicissitudini hanno in parte minato l'entusiasmo della piazza. Grosso, squadra e Sogliano: ripartire insieme


Il momento negativo del Bari ha qualche padre e tanti figli, indubbiamente. C’è una macchina – quella biancorossa – da far ripartire rimettendo in ordine tutti i suoi ingranaggi. Non solo quelli del campo, ma anche quelli di tipo fisico e psicologico. E viene difficile, onestamente, indicare tra questi quello delle cosiddette pressioni. Anche dopo due sconfitte nette e figlie di due prestazioni a dir poco sottotono.

TIFOSI DELUSI – Spiace essere diretti, ma ormai questo leit-motiv va avanti da tempo e viene riproposto ogni qualvolta le cose non girano per il verso giusto. Non solo in tempi moderni, ma anche negli ultimi periodi dell’era Matarrese. Solo che mettere in discussione sempre la piazza (calda, passionale o esigente che sia, in tutti i suoi aspetti) poi diventa davvero stucchevole. La gente si abbona, paga il biglietto ed in qualche caso va anche in trasferta. E se dopo aver sognato vede svanire le speranze anno dopo anno, si stanca. Già, la stanchezza. E’ questo il sentimento (misto a frustrazione) che anima da un po’ i cuori dei tifosi biancorossi. Non potrebbe essere altrimenti dopo tutto quello che è stato subito dal 2011 ad oggi: retrocessione, calcio scommesse, campionati deludenti e, nel migliore di casi, culminati con spareggi persi. Col picco del 2014. Sogni di grandeur che sfumano col passare del tempo, perché poi bisogna guardare in faccia la realtà. Inutile ripercorrere minuziosamente gli ultimi tre anni e mezzo, la storia è ben nota a tutti. E basta guardare il calo progressivo di abbonati e spettatori. Nel primo caso siamo passati dagli 11.019 del 2014/15 agli attuali 9.003, nel secondo dai 21.413 del 2015/16 ai 17.165 attuali. I dati sono sempre tanta roba per la B ed anche per mezza serie A, ma per evitare ulteriori cali servirà riportare entusiasmo al più presto.

GROSSO E SQUADRA, RITROVARE FIDUCIA E CONVINZIONE – Come? Sicuramente ritrovando i risultati. Passare nel giro di due mesi dal primo all’ottavo posto è considerevole, non una cosa da poco. A scanso di equivoci: questo Bari non è mai stato da promozione diretta (vero Castori e Inzaghi?) e non lo riteniamo neppure da metà classifica. Ma il timore è che qualcosa si sia rotto o che, perlomeno, sia venuto meno rispetto ai primi tempi. Grosso ha fatto cose buone (identità, almeno fino a poco tempo fa) ma anche pagato il duro scotto di inesperienza a certi livelli. La non sempre efficace lettura delle partite, tanti (troppi) esperimenti e la mancata capacità di osare rientrano in questo insieme. Ma un altro esonero, a nostro avviso, non servirebbe a molto: Nicola, Camplone, Stellone e Colantuono non hanno fatto miracoli e difficilmente potrebbero farne altri al loro posto. L’ex campione del mondo va aiutato ed allo stesso tempo andrebbero responsabilizzati anche i giocatori. Magari come ai tempi del compianto Ingesson, pronto a vuotare il sacco su chi stava venendo meno, nel lontano 1997, ai compiti di mister Fascetti.

SOGLIANO, TOCCA A TE – L’attuale ds del Bari di momenti difficili in carriera ne ha attraversati. Anche in stagioni poi rivelatesi trionfanti, come quella col Verona in Serie B. E’ importante in questi casi capire piuttosto cosa voglia l’ambiente, calarsi a pieno nella realtà barese e trovare i giusti rimedi. Qualche mese fa avevamo apprezzato l’idea del suo rinnovo col Bari sino al 2020 e la riteniamo ancora giusta, ma ad una condizione: dare continuità al lavoro sin ora svolto, anche da un punto di vista tecnico. Bisogna alzare la voce, farsi sentire in maniera decisa quando le cose non vanno. In passato questa strategia ha funzionato con ottimi risultati. E se l’anno scorso c’era la grossa attenuante del ritardo (programmare mercato e stagione a luglio inoltrato, cambiando tecnici e dopo un giugno ricco di incertezze è impresa ardua per chiunque, soprattutto senza petroldollari), adesso non più. Bisogna ripartire. Tutti insieme, nessuno escluso.






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Collaboratore ed aspirante Pubblicista. Si occupa di qualsiasi argomento attinente al calcio di Bari e Provincia

3 Comments

  1. Semplice,giocando con il 4-2-4:Micai,Anderson, Gyomber,Diakite’, Sabelli,Basha,Tello,Galano,Impronta,Kozak,Floro Flores.Mister hai capito o no?Con questa squadra fino alla fine,i due esterni offensivi si sacrificano quando non c’è possesso palla,ma devastanti quando la squadra attacca,le difese avversarie non possono arginare i 4 in attacco!Mister datti una mossa,ma se continui con un falso 4-3-3 la tua durata sulla panchina sarà molto breve!

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