Calzone (CdS) a BNP: “Bari, serve continuità dentro e fuori dal campo. Qui è come giocare per un popolo”

Così al nostro portale il noto esperto di Serie B: "Col Frosinone sfida difficile, non impossibile. Speciale 110 anni? Omaggio dovuto"


Viaggio nel momento attuale del Bari. Biancorossi alla ricerca di gioco, risultati ed identità. La nostra redazione si è affidata al competente parere di Tullio Calzone, nota firma a livello nazionale che segue le vicende della Serie B per conto del Corriere dello Sport e del prestigioso Guerin Sportivo.

Buonasera signor Calzone. Il Bari, dopo un buon girone d’andata, è partito male in questo 2018. Quali a suo giudizio le cause principali?
“Purtroppo gli aspetti positivi del girone d’andata sembrano essere evaporati. Il Bari si è involuto, eppure ad un certo sembrava anche che potesse competere contro le grandi. Probabilmente ciò è dipeso dai cambi effettuati sabato scorso, Grosso ha sbagliato a rimodulare la squadra troppo velocemente rispetto alla sfida contro l’Empoli e non solo. Questo aspetto alla lunga ha rappresentato un problema. Non sempre si indovina tutto”.

Nonostante i rinforzi giunti dal mercato di gennaio alcuni punti deboli restano o sembrano persistere.

“In queste prime gare del ritorno, e precedentemente, il Bari è venuto meno in fase difensiva. I numeri nel calcio non sbagliano mai, i gol sono arrivati dagli attaccanti esterni, mentre quelli centrali come Floro Flores, Kozak e Cissé non hanno contribuito alla crescita complessiva. La situazione attuale va monitorata con grande delicatezza perchè basta pochissimo per rimettere a posto la stagione, ma anche per rovinarla. I punti a disposizione sono ancora tantissimi, i playoff devono essere un obiettivo e bisogna anche costruire qualcosa per il futuro. Ricordo ancora l’anno della promozione con Conte e, oggi come allora, serve una continuità di progetto”.

Spesso in questi casi si sente parlare di pressioni, un concetto rimarcato anche dallo stesso ds Sean Sogliano. Anche perchè la piazza di Bari, si sa, è tanto passionale quanto esigente. Quanto può incidere secondo lei questo fattore sull’andamento della squadra?
“L’aspetto ambientale a Bari credo sia quello meno rischioso. Questa è una piazza passionale, numerosa, esigente ma anche tollerante. La squadra è seguita ovunque e nonostante risultati non all’altezza delle aspettative. Delle aspettative educate da parte dell’ambiente vanno bene. Questo Bari attuale, va ricordato, nasce dal fallimento di una proprietà che aveva diretto il club per quasi quarant’anni. Se all’equilibrio tattico non corrisponde quello delle finanze si finisce per far danni. I tanti cambi operati sul mercato sono stati eseguiti allo scopo di individuare le persone più utili alla causa, non è che vengono fatti tanto per farli. A questo giro non c’erano grandi risorse e bisognava fare plusvalenze. Al centro delle trattative, ad esempio, c’è stato anche Anderson. Ma la società ha fatto bene, alla fine, a non svenderlo. L’olandese ha un suo valore. Memushaj, invece, non lo ha voluto dare il Benevento. C’era l’accordo tra Sogliano ed il procuratore, ma alla fine non se ne è fatto più nulla. Ripeto, i playoff sono possibili e ci sarebbero poi da riscattare le altre due esperienze negative di spareggi (contro Latina e Novara, ndr)”.

Intanto sabato al ‘San Nicola’ arriva il Frosinone primo in classifica. I ciociari sono sulla cresta dell’onda e reduci da 5 vittorie consecutive. Il Bari, tuttavia, non può stare a guardare…
“Il Frosinone non è solo la capolista assoluta di questo torneo, ma vanta anche 16 risultati utili consecutivi. La squadra si è potuta avvalere di rinforzi di assoluta qualità. Sarà una gara difficilissima, parliamo di una squadra che può contare su un organico che gioca assieme da diversi anni. L’attacco è straordinario, la difesa collaudata. Ma se il Bari gioca da Bari, trova l’orgoglio della città e Grosso capisce che può segnare in un certo qual modo il futuro, si possono coltivare ancora aspirazioni importanti. Mi auguro non ci siano anche stavolta dei ribaltoni”.

Sta riscuotendo successo e consensi, intanto, il numero speciale del Guerin Sportivo dedicato ai 110 anni del Bari.
“Si, direi di si. Stiamo ricevendo richieste da tifosi di tutte le parti d’Italia. Questo è un omaggio che Guerin Sportivo e Corriere dello Sport hanno voluto riservare ad una grande passione ed al calcio del sud. L’omaggio è rivolto in particolar modo ai tifosi pugliesi e del Bari. Si fotografa l’importanza di una città come questa, il calore dei baresi è nota da tempo. Ricordare i 110 anni, inoltre, è anche un invito stesso a non mollare. Guardarsi indietro è importante per pensare al futuro. Il calcio non deve perdere l’anima e neanche l’identità per la squadra. Giocare per il Bari vuol dire rappresentare un popolo, oltre che una grande città”.






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Collaboratore ed aspirante Pubblicista. Si occupa di qualsiasi argomento attinente al calcio di Bari e Provincia

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