Sogliano a Setti: “A Verona ottenuti risultati eccezionali. Non ho mai voluto il male dell’Hellas”

La risposta di Sogliano alle parole del patron gialloblu


L’attuale direttore sportivo del Bari Sean Sogliano, tramite una lettera da lui stesso scritta ed inviata al sito gianlucadimarzio.com, ha risposto al presidente dell’Hellas Verona Maurizio Setti circa le parole spese da quest’ultimo nella giornata di ieri agli indirizzi dell’ex calciatore di Ancona e Napoli.

“Sean Sogliano – ha affermato il patron gialloblu – è il direttore sportivo con cui ho avuto l’intesa più immediata, gli voglio bene, ma è pure uno che spende tanto, prende giocatori che dopo servono a poco”.

Questa la risposta del ds dei galletti: “A Verona ho vissuto tre anni della mia vita professionale, tre anni molto intensi, molto dispendiosi a livello fisico e mentale; tre anni (non uno e mezzo, come sostiene qualcuno…) ricchi di grandi soddisfazioni, non solo sul campo e non solo per la conquista di risultati straordinari.

Non nego – ha confessato Sogliano – che la separazione da Verona e dal Verona sia stata difficile da superare, un “trauma” che in quel momento mi ha portato a fare scelte azzardate, poi rivelatesi sbagliate. Da quel 30 giugno 2015 non ho rilasciato alcuna intervista, non ho mai più parlato dell’Hellas, un po’ perché, chi mi conosce lo sa, fa parte del mio carattere, ma soprattutto per il rispetto nei confronti dei miei colleghi e, più in generale, di tutti gli “addetti ai lavori” che si sono susseguiti.

Oggi, ahimè, mi trovo costretto a scrivere alcune riflessioni: lo devo a me stesso, alla mia Professionalità, alla mia Integrità Morale, ma soprattutto a tutte le persone che mi vogliono bene, che lavorano e hanno lavorato con me. Troppe volte il mio nome è stato “usato” in modo poco rispettoso (fuori luogo, fuori tempo) per giustificare eventi negativi, sia tecnici sia finanziari, avvenuti dopo la mia uscita di scena dai piani dirigenziali della Società. Ho tanti difetti ma essere “accusato” di fare il male dell’Azienda per la quale ho lavorato, è assurdo, è gravissimo, è lontano dalla mia onestà morale e dalla mia logica professionale. Innanzitutto, mi preme puntualizzare alcuni aspetti che hanno caratterizzato la mia gestione triennale da Direttore Sportivo dell’Hellas Verona. Ho fatto parte di un organigramma societario ben strutturato dove c’ero io, c’era un Direttore Generale, c’erano svariate figure professionali divise per aree di competenza, e c’era un Presidente molto presente ed attento alle vicende della società. Dico questo per evidenziare il fatto che tutte (e sottolineo TUTTE), le operazioni e gli ingaggi sono state condivise ed avallate dal Presidente stesso. Ci tengo anche a sottolineare che i fattori che concorrono alla stabilità di una società sono molti: i costi, ma anche la crescita della squadra, i risultati, i piazzamenti ottenuti e il valore dei calciatori. E anche la gestione della squadra nelle piccole e grandi difficoltà quotidiane. Io il ruolo di direttore sportivo l’ho sempre interpretato così, a costo di andarmene, come dimostra la mia storia professionale.

Oltre ad ottenere risultati eccezionali (una Promozione diretta dalla Serie B alla Serie A alla prima stagione e due salvezze in Serie A, ottenendo quasi 100 punti in 2 anni), ci sono altri aspetti che mi riempiono d’orgoglio perché hanno portato prestigio , oltre che valore e stabilità, al Club per il quale ho lavorato con serietà e dedizione”.
Dopo un lungo excursus sui vari calciatori di prestigio scoperti fatti maturare o portati in riva al Garda il dirigente sportivo barese conclude la sua lettera con un augurio.

“Per questo motivo voglio augurarmi che in futuro, nessuno si permetta di fare un “uso improprio” del mio nome per sfuggire dalle proprie responsabilità o per evitare critiche che, necessariamente, fanno parte di questo mondo e della vita in generale e dalle quali, le persone intelligenti, prendono spunto per crescere.

Anche io ho voluto bene al mio ex presidente, l’ho dimostrato nei 3 anni di collaborazione professionale ma sopratutto dopo che le nostre strade si sono separate: non mi sono mai permesso di pronunciare una sola parola nei suoi confronti, mi sono tenuto tutto dentro, a volte frenando l’istinto, come fanno le persone serie e riservate. Mi sarei aspettato lo stesso rispetto, almeno quello umano.

Per concludere auguro a tutti i tifosi Veronesi di non dover rivivere un’altra stagione come quella della sciagurata retrocessione 2015-16, definita dal presidente Setti “come la migliore stagione della Sua gestione” (dipende dai punti di vista…).

Un Uomo va valutato per il “dopo”.
E’ il dopo che fa capire il valore di un Uomo. Non prima, non durante.
Nel bene e nel male.
DOPO.

“Nessuna parola detta o scritta potrà mai cancellare l’orgoglio e la soddisfazione per i risultati che abbiamo ottenuto TUTTI insieme”.

IL VOSTRO “OUTSIDER”,

Sean Sogliano”.






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Collaboratore e Pubblicista dal settembre 2017. Si occupa di qualsiasi argomento attinente al calcio

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