Bari: attacco fantasma, marzo dirà finalmente se il Bari può continuare a sognare…


La sosta forzata del campionato – per la neve e per la morte di Davide Astori – non sembra aver fatto bene al Bari. La squadra biancorossa era reduce dal doppio colpo esterno di Cremona e Terni per cui era lecito attendersi uno score di vittorie anche al San Nicola contro Pro Vercelli e Spezia, avversarie tutt’altro che trascendentali per una squadra che nutre ambizioni di vertice. Invece, siamo tornati al passato recente. Cosa impedisca al Bari di esprimersi al meglio con continuità è davvero un rebus. La difesa è tornata a prendere gol assurdi – vedi quelli incassati con la Pro Vercelli – a dimostrazione del fatto che la campagna di rafforzamento di gennaio in quel settore non ha affatto tappato le falle.

Grosso continua con esperimenti e turn over che producono solo risultati altalenanti. Ora sugli altari, ora sulla cenere. Gli attaccanti non segnano più.  Che è successo? In questo momento i vari Galano, Improta, Floro Flores, Cissè, Nenè, Kozak – strano ma vero – non fanno reparto. Il Bari pur avendo nel suo organico tutti questi goleadores non ha un attacco. Di chi è la colpa? Difficile a dirsi. Non è il momento dei processi. Ma la fatica enorme che la squadra fa per andare in porta la dice tutta sugli errori in sede di campagna acquisti. E’ sconcertante il rendimento attuale di Improta e Galano. Il primo non fa più centro da novembre scorso mentre il secondo è fermo ai 13 gol dell’andata. Nulla di più. Venendo meno il contributo realizzativo di questi due elementi cardine, e con un Basha a corrente alternata, la squadra si affida al chi capita capita.  Ora D’Elia – gol vittoria a Cremona – ora Marrone – gol vittoria a Terni. Ora, soprattutto, Franco Brienza – in gol ma solo per i pareggi interni contro Pro Vercelli e Spezia.  Troppo poco per una squadra che cammina mentre le altre corrono verso i play off.

Anche nell’incontro con lo Spezia, Grosso ha continuato a non far giocare Anderson sulla fascia destra preferendogli un Sabelli a corto di ossigeno e forse bisognevole anch’egli di riposo. L’olandese volante era la freccia in più della squadra barese sulla corsia esterna a tal punto da monopolizzare le attenzioni dei principali club italiani ed europei nella fase di gennaio del calciomercato. Grosso è riuscito a non farlo giocare più. Dapprima relegandolo ad un ruolo non suo come centrocampista aggiunto facendogli fare barbine figure, ed ora ignorandolo addirittura nel corso della gara, anche da panchinaro. C’è qualcosa che non quadra in tutto questo. Ma Grosso ci ha anche abituati a rialzare la testa proprio quando la squadra sembra cotta. Sarà così anche stavolta alla vigilia del big match di Cittadella? Speriamolo perché se così non fosse, se cioè il Bari dovesse perdere in Veneto contro una diretta concorrente ai play off, il distacco dalle prime comincerebbe ad essere sensibile e difficilmente colmabile per una squadra che segna col contagocce pur avendo in rosa tanti attaccanti, anche di spessore. Certamente un lusso per la serie B. Troppi galli non fanno il pollaio, questo è certo. E mantenere gli equilibri nello spogliatoio non è facile. Bisognerebbe puntare su una formazione stabile per più tempo. Sentirsi sempre sulla corda non sempre produce gli effetti sperati. Di certo siano al mese clou. Marzo dirà finalmente se il Bari può continuare a sognare o se invece – come lo scorso anno – dovrà accontentarsi di un’altra annata mediocre e inutile, a fronte di notevoli investimenti e sogni infranti.






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Giornalista Professionista iscritto all'Ordine da quasi 25 anni. Tanta esperienza e voglia di scrivere di calcio. Con particolare attenzione al mondo biancorosso.

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