Matteo Contini a BNP: “Ho fiducia in questo Bari, è organizzato. Società? Si pensi solo al campo”

La nostra intervista all'ex difensore biancorosso: "Nicola? Non volevamo il suo esonero"


Il suo presente è ora alla Pergolettese, in Serie D, ma Matteo Contini ricorda ancora con piacere il biennio trascorso nel Bari. Ben 46 le presenze collezionate tra il 2014 ed il 2016, ovvero gli anni dei primi due campionati post-fallimento ed accompagnati dall’entusiasmo e soprattutto dalla speranza dei tifosi. Una fiamma, quest’ultima, che si cercherà di riaccendere nei prossimi giorni nel miglior modo possibile. La formazione di Grosso, secondo l’ex difensore dei galletti, può centrare il traguardo della massima serie: vietato abbattersi malgrado il ko di Parma e le vicende extra-calcistiche. Eccovi l’intervista rilasciata al nostro portale.

Buongiorno signor Contini. Oggi il Bari affronterà il Carpi ma, facendo un passo indietro, col Parma è stata sciupata una grande occasione. Buona la partita dei biancorossi, ma i ducali sono stati più cinici…
“Ho visto solo il gol di Gagliolo, ma chi ha visto tutta la gara mi ha parlato di un ottimo Bari. Il Parma è riuscito a sfruttare meglio gli episodi. Quello dei galletti resta tuttavia un sodalizio organizzato e si può raggiungere un traguardo importante. Ora bisogna cercare di arrivare il più in alto possibile in graduatoria. Poi sarà il ‘San Nicola’ a fare da dodicesimo uomo in campo. Il quinto posto sarebbe molto buono”.

Oggi come allora uno degli elementi più rappresentativi è Cristian Galano. Dai 13 gol dell’andata al nessuno del ritorno: come spiegarsi questa involuzione?
“Cristian è un ragazzo eccezionale, i fatti però dimostrano che quando non si trova a suo agio non riesce ad esprimere tutte le potenzialità che ha. E sono tante. Forse nel girone d’andata si è espresso meglio perchè magari è stato messo nelle migliori condizioni possibili per esprimersi. Bisogna vivere all’interno determinate dinamiche. Magari sperava anche nel salto di categoria”.

Quando c’era lei il Bari ci aveva provato per due campionati di fila, senza successo. Cosa venne meno per fare davvero la differenza?
“Nel secondo anno con un paio di ritocchi e con la permanenza di Nicola saremmo riusciti a giocarci la A in finale con il Pescara. La società, tuttavia, ha fatto altre scelte. Eppure c’erano tutti i presupposti per far bene. Personalmente la notizia del suo esonero fu sorprendente, non se l’aspettava nessuno nello spogliatoio. Per me doveva restare e diversi giocatori erano sbarcati in Puglia proprio grazie alla presenza del tecnico piemontese. Abbiamo inoltre sofferto la mancanza di giocatori come Del Grosso”.

Poi tutto si infranse in quel Bari-Novara 3-4. Incredibile…
“Che dire, fu una serata altalenante. Passamo dallo 0-3 al 3-3 in un attimo, ho provato emozioni forti. Con un pizzico di attenzione in più avremmo potuto farcela. Così, purtroppo, non è stato. C’è rammarico”.

Oggi come due anni fa le vicende extracalcistiche sono non di poco conto. Cosa deve fare una squadra per affrontare al meglio il finale di stagione?
“Mettere davanti a tutto gli obiettivi, isolare il gruppo da tutto il resto e caricarlo ulteriormente di motivazioni e fiducia. Restare concentrati solo su se stessi, in parole povere”.

I suoi ricordi di Bari invece? Sono positivi?

“Sono stato molto felice di essere approdato a Bari. Peccato solo per l’infortunio accusato, ma posso dire di aver sempre dato il massimo per i colori biancorossi. Penso che questo si sia notato. La città, poi, è bellissima”.

In definitiva, questa squadra quante chances ha di andare sino in fondo in questi playoff?
“Vedo una squadra organizzata e che sa quello che vuole. Se hai queste qualità non puoi che partire avvantaggiato. Poi i giocatori a disposizione sono tanti, vedo gente che ha gamba e tecnica. Tutto ciò è fondamentale”.






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Collaboratore ed aspirante Pubblicista. Si occupa di qualsiasi argomento attinente al calcio di Bari e Provincia

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