Vendere per sopravvivere: la strategia del Bari che fa mugugnare i tifosi

Alcune cessioni importanti di pezzi pregiati possono salvare i galletti e permettere continuità in Serie B. Non solo Cissé


Vendere per ricapitalizzare e, quindi, cercare di sopravvivere e mantenere la Serie B. Un piano debole, forse debolissimo, ma altrimenti non si potrebbe fare per cercare di evitare un secondo fallimento del Bari. Lo scenario non è particolarmente gradito dai tifosi, ma tant’è: se a partire non sono in massa sarà comunque importante liberarsi degli ingaggi più pesanti o di alcune potenziali plusvalenze.

Poco più di una trentina i giocatori di proprietà, includendo anche i rientri dai prestiti in altri club. C’è un buon parco giocatori da cui ripartire, anche se il rischio è che questo si trasformi più in un vantaggio di quantità che di qualità. Via Grosso e Cissè, ma altri sono pronti a seguire la stessa sorte. Lo scozzese Henderson, come rivelato al nostro portale dal suo agente italiano, è cercato da molti club di B e da almeno 3 in A. Poi ci sono lo sloveno Balkovec e l’olandese Anderson: pesa come un macigno, a conti fatti, la mancata cessione a gennaio. Priorità alla Serie A disattesa sul campo.

Agevolano il compito nella riduzione degli ingaggi, ma non certamente in quella delle entrate, le diverse scadenze di contratto ed i rientri di fine prestito: Basha, Floro Flores, Marrone, Diakité, Kozak, Oikonomou ed Empereur sono alcuni esempi. Gyomber, nonostante il mancato riscatto, potrebbe tornare a Bari. Ma dello slovacco eventualmente se ne riparlerà dopo il 30 giugno e, quindi, dopo l’esito dell’assemblea dei soci. Per il futuro c’è tanta paura, direttamente proporzionale agli interrogativi sin ora rimasti senza risposta. E’ in bilico il destino di tutti: staff, calciatori, dirigenti e squadre. Impossibile prevedere cosa accadrà. La sensazione è che in caso di B proporre un campionato importante, almeno nelle intenzioni iniziali, non sarà assolutamente facile.






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7 Comments

  1. Se non si andava in serie A si sapeva che avremmo dovuto sopravvivere. La speranza è che questa giunta abbia il coraggio di risolvere il problema stadio senza andare per simpatie e/o antipatie. Il bene comune è la sopravvivenza del calcio a Bari e non l’interesse personale. Ma queste sono solo parole, la politica barese è un’altra cosa.

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