Laribi: «Venire qui non è stato semplice, ma ora sono fiero di indossare questi colori. Ogni volta che entro nel “San Nicola”…»


E’ sicuramente tra i giocatori più di classe che attualmente il Bari possa vantare in rosa. Karim Laribi fa sempre la differenza in una categoria che ovviamente non è la sua e, in un’intervista diffusa sui canali ufficiali del club, ha raccontato come sia stata vissuta da lui la scelta di arrivare in Puglia e come stia procedendo il suo ambientamento.

«La scelta di Bari non posso dire sia stata semplice – si legge su sscalciobari.it – e non per Bari in sé, ma perchè ho giocato tanto in B, con sprazzi di A, e non è facile tornare in C dopo aver conquistato sei mesi prima la massima serie. Al di là delle valutazioni iniziali sono davvero soddisfatto e fiero di indossare questi colori. Credo di essermi integrato bene. Schiavone? Lo conoscevo dai tempi di Cesena. Di Cesare? Mi ha “menato” un paio di volte. Sento il rispetto dei compagni e anche io ne do tanto, cerco di aiutare il gruppo, rompo le scatole negli spogliatoi, cerco di spronare, di dare quello che hanno insegnato a me. Cosa faccio prima di entrare in campo? Mi isolo, con la musica e la preghiera di non farmi male. Ho già dato al riguardo».

Nel corso della chiacchierata, il 28enne lombardo ha raccontato un po’ di sé: «Sono cresciuto a Milano fino ai 16 anni, poi mia mamma mi ha spedito a Londra per i troppi guai che combinavo. Per due anni sono stato all’Academy del Fulham. Un’esperienza inizialmente bagnata da tante lacrime, per aver lasciato la scuola, gli amici, le abitudini, ma poi quella stessa esperienza mi ha ripagato con gli interessi. È molto evidente come il calcio oltremanica viene vissuto in maniera completamente differente, più easy, lasciando al campo il piacere e il dovere di far bene, poi fuori grande libertà. Nella mia vita un posto speciale è per la mia famiglia, sento il bisogno del loro appoggio e il primo pensiero dopo una partita è per loro, gli devo tanto».

Quanto al suo primo gol col Bari: «E’ stato molto bello, ma sono stato anche fortunato. Ricordo che Pippo Costa era vicino a me, mi ha fatto notare quanto fossimo lontani dalla porta, ma è andata bene».

Particolari sensazioni nell’italo-tunisino li suscita lo stadio “San Nicola”. «Ogni volta che ci entro – ha confessato l’ex fantasiste dell’Empoli – mi torna in mente quel Bari-Latina di qualche anno fa, con 50.000 sugli spalti. Per noi è stato come giocare con uno zainetto di 10 Kg sulle spalle. Questo è uno stadio “pesante”, poi ora, con i lavori, diventerà una chicca del Sud. Ho la grande speranza che torni tanta gente, tutto il popolo barese allo stadio. Noi dobbiamo trascinare tutto il contesto con le nostre prestazioni, con l’agonismo e la voglia, sudando la maglia come si dice in questi casi. Vedremo dove saremo quando si tirerà la linea».






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