L’armonia di spogliatoio componente importante per vincere. E quelle parole di Auteri…


Nulla è più nascosto di ciò che è visibile a tutti. Motto caro ai Cavalieri Templari. Ai tempi del loro sacro ordine il calcio ancora non esisteva, altrimenti alla vista avrebbero aggiunto un altro senso. Sì, perché a tanti può anche apparire poco importante ciò che a tutti è udibile. Perché, magari, in quel determinato momento, causa la foga agonistica, o forse per la rabbia di un risultato negativo, si tende inconsciamente ad accantonare determinate parole. Al termine della gara di Foggia, Auteri si lasciò andare, senza giri di parole, a dichiarazioni importanti.

“Qualcuno ha fatto una buona partita, purtroppo tre-quattro giocatori non hanno dato l’apporto che ci aspettavamo”. Parole al vetriolo nei confronti di alcuni elementi della rosa – tre o quattro appunto – che sicuramente non avranno giovato all’armonia di spogliatoio.  Ed ancora, secondo l’allenatore “tutti sti elogi e pensiamo… le cose vanno dimostrate in campo”. 

Una domanda, alla luce delle dichiarazioni di Auteri, viene naturale. Lo spogliatoio è in armonia? Sicuramente le due sconfitte in quattro partite non hanno fatto bene. E chissà che le scelte di Auteri di puntare spesso sul “blocco-Catanzaro” non alimenti malumori nei confronti di chi è stato protagonista durante lo scorso campionato arrivando a disputare una finale playoff per la promozione in serie B. O magari no. Tralasciando mere questioni tattiche, discorsi su moduli e via discorrendo, la domanda che oggi proponiamo riguarda l’armonia di spogliatoio, componente necessaria per conquistare risultati. Le parole di Auteri a Foggia potrebbero non aver fatto piacere a quei tre o quattro calciatori. Che potrebbero pensare – ed anche giustamente – che nel calcio si vince e si perde sempre come squadra. 

Illuminanti a tal proposito anche le dichiarazioni di Ciofani al termine della debacle di ieri pomeriggio. “È dura parlare a caldo, dobbiamo diventare subito squadra” ed ancora “tutti sono partecipi ed importanti”. Dunque la squadra ancora non c’è, e la speranza è che non si creino divisioni. Certo, riascoltando le parole dello stesso Auteri dopo Foggia, non può non tornare alla mente Giulio Andreotti, e allora alla famosa domanda di cui sopra potremmo tentare di rispondere con un “Chissà”. Perché a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si indovina. Parole del Divo.






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Medico, specialista in psichiatria, e giornalista pubblicista. Da sempre appassionato di calcio, collabora con diversi giornali, Tv e agenzie stampa.

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