Il bilancio di Sogliano: “Abbiamo lavorato tanto, ora servono risultati e stabilità. Il colpo? Floro Flores”

Cosi il direttore sportivo biancorosso al termine della sessione invernale del mercato del Bari



Sean Sogliano, direttore sportivo del Bari
Sean Sogliano, direttore sportivo del Bari

BARI – Qual è il bilancio del mercato del Bari al termine della sessione invernale di mercato? Ha provato a fornire tutte le risposte del caso Sean Sogliano, direttore sportivo dei galletti. Molti i rinforzi di qualità, ma l’effettiva buona riuscita di tutto potrà essere testimoniata soltanto dal campo: “Non sono mai contento, fa parte del mio carattere. Abbiamo sicuramente lavorato tanto – dice in conferenza stampa – ma è bene non essere mai sicuri o troppo rilassati. C’è sempre da lavorare, da oggi si riparte. Tonev? Ci avevamo pensato, per un discorso economico però il Crotone aveva preferito andare avanti col Benevento. Per questo abbiamo preso un’altra strada e, quindi, si è concretizzata l’operazione di Galano. Il colpo? Floro Flores, ma lo avevamo fatto già prima, è stata un’occasione presa al volo. In pochi pensavano potesse scendere in Serie B. Quindi abbiamo deciso di puntare su un attaccante giovane come Raicevic, che lo scorso anno era stato uno dei calciatori più forti della categoria”.

Sulle cessioni, senza dimenticare la situazione degli elementi in difesa, ecco il suo parere: “Se non fosse uscito Di Cesare ci saremmo ritrovati con un difensore in più. Valerio resta un ragazzo serio e coerente. Non ci interessano, però, giocatori col mal di pancia se non giocano qualche partita. Voti? Non mi piace darmeli, in fondo questo è il mio lavoro. Dobbiamo ora cercare di consolidarci e di dare certezze all’’ambiente. Qui tutti ci consideriamo delle persone serie”.

Tanti i colpi in entrata: “Abbiamo fatto dieci operazioni, più Montini e Furlan. Tutte sono state dovute a motivazioni, a volte succede che ci siano giocatori che hanno bisogno di cambiare area. Chi è andato via lo ha fatto perché c’erano occasioni magari migliori per loro, ma sul loro valore tecnico non c’è da discutere. Le trattative? Farle al giorno d’oggi nel mondo del calcio è difficile, devi mettere d’accordo tante teste. Quella di Raicevic è stata difficile, lo scorso anno su di lui c’era il Napoli. Tutto sembrava fatto da qualche giorno, ma in realtà tutto si è chiuso soltanto l’ultimo giorno. Anche Parigini era desiderato da tante squadre. Lodi? E’ un giocatore che ha avuto Colantuono e che ha fatto un’ottima carriera, ma per questione d’età abbiamo preferito altro. Di comune accordo con l’allenatore si sono delineate altre strategie”.

Sean Sogliano, direttore sportivo del Bari
Sean Sogliano, direttore sportivo del Bari

Idee chiare sugli elementi attualmente in rosa: “Non abbiamo esuberi. I giocatori in rosa, con giovani ed under, sono in linea per evitare queste situazioni. In porta abbiamo tenuto Gori e preso Offredi, Ichazo invece è tornato in Uruguay per giocare. C’è e c’è stata la situazione di Romizi. Lui era in uscita per volontà sua e quindi nostra, ma per una serie di motivi il giocatore alla fine ha deciso di restare qui. Ne prendiamo atto tranquillamente e sarà inserito in lista. La rosa è competitiva e numericamente folta. Maniero? Sarebbe potuto andar via solo a fronte di un’offerta economica, in quel caso avremmo potuto valutare il tutto. Greco? In B è un giocatore forte, per una serie di motivazioni. Fino a dicembre stava benissimo, poi ha avuto un problema fisico e prima di portarlo qui volevo essere sicuro che tutto fosse a posto. Quindi l’attesa per farlo curare e rientrare, in più aveva la volontà di venire a Bari nonostante le altre richieste”.

Nella campagna di rafforzamento ha forse inciso la sconfitta col Cittadella? “No, assolutamente. Poco prima di quella partita – dice – aveva già firmato Floro Flores. In Veneto perdiamo e giochiamo male, sento dire tante cose. Il Bari deve diventare squadre ed essere unito più di prima, ma non bisogna andare sempre a caccia di qualcosa che non c’è. Non c’è l’obbligo di andare in Serie A, ma il sogno di riuscire in questo. Chi è arrivato qui lo fa con questa consapevolezza. In caso contrario cambiare giocatori, allenatori e dirigenti diventerebbe una routine. Io non sono abituato a dare vantaggi alle mie avversarie. Ma c’è la massima volontà di dare alla piazza una formazione competitiva. Bari ha bisogno di stabilità, anche per questo fisiologicamente ad alcuni giocatori in questi anni sono venute meno motivazioni. Adesso, con gli investimenti fatti, c’è una nuova base da cui poi ripartire”.

Il direttore poi si sofferma sulle cessioni di Castrovilli e Scalera: “E’ giusto che ognuno esprima il suo giudizio. Personalmente penso che una società come il Bari debba creare o ricreare settore giovanile. A questo livello se ci sono offerte per nostri giocatori si colgono, bisogna creare strutture nuove in questo ambito. E’ un bene che secondo me il Bari abbia portato a casa questa plusvalenza. Scalera può comunque essere riscattato. Ho sentito parlare con l’Atalanta, ma questa squadra investe almeno 6 milioni all’anno per tutto questo, ha una certa solidità. Ed ha venduto giocatori che hanno fatto appena 10 partite in A. Aver puntato su un prospetto come Montini, tuttavia, è indice di una società che è presente”.






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