Rinaudo a Bari nel pallone: “Il Bari può lottare per la A malgrado la sconfitta, Caputo e Perinetti…”

La nostra intervista all'ex difensore di pugliesi e liguri


Leandro Rinaudo, qui durante la sua militanza in riva all'Adriatico
Leandro Rinaudo, qui durante la sua militanza in riva all’Adriatico

Quella di sabato tra Entella e Bari è stata in un certo senso la sua partita. Leandro Rinaudo, infatti, ha militato in entrambe le squadre e nella stagione 2014/15: un’annata poco esaltante. I liguri retrocessero sul campo contro il Modena (per poi essere ripescati), i pugliesi non riuscirono a qualificarsi neppure per i playoff ed arrivarono decimi. Ora l’ex difensore palermitano lavora per conto del Venezia, ambiziosa società di Lega Pro dove ha conosciuto Giorgio Perinetti, direttore sportivo che tanto in alto ha portato i galletti tra il 2007 ed il 2010. Contattato ed intervistato dalla nostra redazione, ecco il suo parere sulla gara di sabato e sul Bari attuale.

Nella sfida disputata sabato scorso il Bari ha perso contro la Virtus Entella per 2-0. Si aspettava un epilogo simile? Qual è stato il punto di forza dei liguri e dove i pugliesi, a suo giudizio, sono venuti meno?

“Sicuramente il Bari veniva da un momento positivo, l’Entella in casa è una squadra ostica e sa cosa vuole. E’ riuscita ad ottenere il massimo contro i galletti. Temo che i pugliesi si siano un attimino rilassati dopo i risultati ottenuti negli ultimi incontri, ma la B è imprevedibile e tutte le partite vanno affrontate come se fossero le ultime. I ragazzi di Breda, che pure erano reduci da qualche risultato negativo, hanno ripreso la loro marcia”.

Gli ultimi risultati avevano fatto sognare i tifosi e fatto pensare anche alla promozione diretta. Per lei, invece, a quali obiettivi deve realisticamente mirare il Bari?
“Bari è una piazza che ti dà tanto, anche in termini di entusiasmo. Ci si aspetta il massimo dalla squadra, anche per questo alla fine si è pensato anche alla A diretta. Io credo che alla fine il Bari arriverà comunque ai playoff e se la giocherà, è una corazzata ed ha tutte le carte in regola per poter puntare alla A. Poi è normale che ci siano anche altre squadre forti, pericolose ed attrezzate da affrontare”.

La rincorsa è possibile anche grazie all’ottimo lavoro svolto nel mercato di gennaio.

“Il presidente Giancaspro ed il ds Sogliano hanno fatto un lavoro importante sia in entrata che in uscita, sono riusciti ad equilibrare bene i giocatori arrivati e quelli partiti. Magari i nuovi innesti portano in dote più qualità”.

Nell’ultima sessione di mercato ha salutato la Puglia dopo tre anni De Luca, mentre sabato l’ex Caputo è risultato tra i più decisivi per l’Entella contro la sua ex squadra. Cosa non ha funzionato con loro?
“De Luca è un giocatore imprevedibile, può determinare le partite da un momento all’altro. Dovrebbe sicuramente essere più continuo, questo si. Per la categoria è un giocatore che può far comodo. Caputo, invece, aveva bisogno di andar via da Bari perché viveva una situazione stressante. Era da tanto tempo che magari non riusciva più a sopportare le pressioni che lo assalivano, a Chiavari ha trovato l’ambiente giusto e la società giusta. Lo ritengo uno dei migliori attaccanti della B”.

Cosa ricorda, invece, della sua esperienza a Bari? Lei è approdato in Puglia con qualche anno di ritardo…
“Dovevo approdare a Bari già in quello stesso anno dove invece finii alla Juventus. Fortunatamente per me ebbi la possibilità di approdare in una società importante a livello europeo e mondiale. Fu una soddisfazione enorme. E fui fortunato a non andare più in Puglia visto che quella stagione coincise con diverse situazioni negative, come il calcio scommesse. Ma quella barese, in ogni caso, è sempre stata una piazza che desideravo, tant’è che quando sono poi arrivato sono stato bene. Non solo come calciatore, ma anche con la mia famiglia e con la città. Tutto nonostante io sia rimasto davvero per poco tempo”.

Il suo presente si chiama Venezia. Ha avuto l’opportunità di ritrovare il ds Perinetti, uno che da queste parti è ancora ricordato con piacere. Vi capita spesso di parlare del Bari? Quale, invece, il bilancio coi lagunari? La B sembra sempre più vicina…
“Io faccio il collaboratore del ds, più che l’osservatore. Sto con lui e imparo tanto da lui. Di Bari si parla sempre, gli è rimasta nel cuore. Credo che assieme a Palermo sia la piazza che lo ha fatto stare meglio, non solo per i risultati ma anche per come ha vissuto. Non è un caso il fatto che la gente ancora si ricordi di lui. Quanto al Venezia, si sta continuando a fare quello che ad inizio stagione ci eravamo prefissati. Bisognerà avere una certa continuità di risultati per centrare la promozione, la stagione è ancora lunga ed insidiosa. Ci sono altre squadre molto attrezzate, non sarà facile”.






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Collaboratore ed aspirante Pubblicista. Si occupa di qualsiasi argomento attinente al calcio di Bari e Provincia

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