Dodici giornate, tre moduli diversi: il Bari di Grosso è intercambiabile. Micai ed Improta gli unici sempre presenti

I galletti hanno spesso cambiato pelle in questo avvio di stagione. Pedine chiave anche Galano, Marrone, Tello e Basha


Da grande voglio fare il posto fisso” amava ripetere Checco Zalone, in arte Fabio Medici, nel suo film ‘Quo Vado’. Non si può affermare con esattezza la stessa cosa a proposito del Bari di mister Fabio Grosso: la sua squadra, nel corso di queste prime 12 giornate, ha spesso alternato uomini e soprattutto moduli adeguandosi alle eventuali defezioni in corso d’opera oppure nel tentativo di ricercare soluzioni tattiche più congeniali alle caratteristiche dei suoi uomini.

MEGLIO SE INTERCAMBIABILI – Tutti sono utili, nessuno (o quasi…) è indispensabile. In questo Bari sono soltanto due i giocatori schierati sempre e comunque dal 1′. Si tratta del portiere Micai e dell’attaccante Riccardo Improta, peraltro favorito da un’invidiabile prolificità sotto porta. A questa lista potremmo aggiungere anche Luca Marrone. Il difensore scuola Juventus ha saltato solo la prima sfida contro il Cesena e, dopo essere stato schierato ad Empoli davanti alla difesa, è stato arretrato in posizione centrale e da lì non si è più mosso. E non bisogna dimenticare neppure l’apporto di Tello, Basha, Gyomber e soprattutto Galano, frenati talvolta da infortuni o da impegni con le rispettive nazionali. Gli altri, invece, si alternano nel tentativo di ricoprire al meglio i vari compiti. Grande è il lavoro di sacrificio effettuato da Cassani e Morleo, impiegati sulla fascia sia in difesa che a centrocampo, così come quello di Iocolano. L’ex Alessandria tende ad accentrarsi e ad allargarsi quando serve. Non c’è staticità, in altre parole. A Busellato il compito di far legna, mentre il jolly anche quest’anno resta Brienza: classe ed esperienza da centellinare e far fruttare al massimo. Ben venga quando i risultati ottenuti sono come quelli visti sabato contro l’Ascoli.

4-4-4 – No, non è l’abbreviazione di un nuovo modulo. Semplicemente parliamo della frequenza con cui, in campionato, sono stati impiegati tre moduli diversi. In principio fu il 4-3-3, riesumato contro i marchigiani, poi il passaggio al 3-5-2 (dal Frosinone allo Spezia), quindi il 3-4-3 adottato ininterrottamente da Vercelli fino a Brescia. L’ultima soluzione tattica appare quella più in grado di dare equilibrio tra attacco e difesa, ma i galletti devono essere sempre pronti e preparati a tutto. Il percorso di crescita continua, Grosso pian piano cerca di conferire al sodalizio biancorosso un’identità precisa. Fatta, prima di tutto, di personalità e compattezza. Se queste caratteristiche emergeranno anche fuori casa, allora si che ci si potrà divertire sul serio.






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Collaboratore ed aspirante Pubblicista. Si occupa di qualsiasi argomento attinente al calcio di Bari e Provincia

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