Il Bari ad Ascoli si riscopre acerbo ed insicuro. Cosmi imbriglia tatticamente Grosso

I galletti cadono dopo 7 risultati utili consecutivi. Malumori dei tifosi, ma la A diretta non è stata promessa


Ci risiamo, un’altra volta. Il film si ripete puntualmente quando c’è da spiccare il volo. Ti aspetti un Bari capace di emergere prepotentemente e invece bisogna fare i conti con le solite incertezze ed i soliti limiti. I galletti ad Ascoli cadono dopo 7 risultati utili consecutivi: difficile, poi, rimettersi in partita senza riuscire a trovare i varchi giusti per affondare l’avversario.

Sono venuti meno gioco, idee e lucidità, anche per ammissione dello stesso mister Fabio Grosso. Cosa manca ancora alla sua squadra? L’ex campione del mondo è rimasto vittima del ‘tranello’ di papà Serse Cosmi, uno che stravedeva per lui nel decennio scorso. Erano i tempi del Perugia di Gaucci, quando i due erano rispettivamente difensore ed allenatore del grifo. Ora la storia dei singoli è cambiata, ma non la sostanza del torneo del Bari: una squadra che viaggia a corrente alternata, in grado di far male se le vengono concessi spazi (vedi Brescia) e di fare una terribile fatica quando ciò non accade. E nella peggiore delle ipotesi perdere (prima di Ascoli sarebbe bene ricordare i ko contro Venezia e Spezia, nel girone d’andata). Non sempre i singoli possono fare la differenza e Brienza non sempre è presente. Galano, ormai è evidente, non è più quello straripante del girone d’andata. Ieri male anche Anderson ed Henderson, Petriccione l’unico a tentare di proporsi in maniera più o meno concreta davanti ad Agazzi. Poco convincente anche la prestazione del difensore Empereur, apparso in evidente difficoltà sia in fase di impostazione che di copertura.

L’Ascoli ha colpito (e affondato) nelle battute iniziali della gara. Il Bari è mancato in quei primi minuti che, proprio contro il Brescia, avevano permesso di fare la differenza. Grandi, ovviamente, i meriti di Buzzegoli sul gol, una vera e propria prodezza. Uno “schema provato in allenamento” stando a sentire i diretti interessati in casacca bianconera. Così gli spettri del passato ritornano: questo è indice di mancanza di maturità ed è difficile pronosticare i biancorossi tra i candidati alla promozione diretta. Sognare è bello, ma guardare in faccia la realtà non guasta mai. Sogliano, lo scorso giugno, non poteva essere più chiaro: “Non possiamo – disse in conferenza stampa – promettere la Serie A”. Meglio dunque blindare i playoff, prima di tutto. Sarebbe già un considerevole passo in avanti rispetto al disastroso finale della scorsa stagione. Poi si vedrà il da farsi e si tireranno le somme finali.






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3 Comments

  1. Michele Amoruso vai tu ha fare l’allenatore con ste teste di cazzo di giocatori . Altro che Grosso che dobbiamo stare sempre ha cambiare allenatori se il materiale e scarso, tre o quattro si salvano in questa rosa il resto facessero la domanda per prendere la pensione . Nessuno nomina Sogliano non so perché

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