Le fake news ed altre storie. Una comunicazione che ha fatto acqua da tutte le parti

Società, squadra, allenatore: tutti comunque uniti da un unico comune denominatore


Se c’è un aspetto in cui il Bari, in tutte le sue componenti, è venuto meno quello è senz’altro la comunicazione. Sarebbe superfluo evidenziare i suoi aspetti fondamentali e ribadire la sua importanza per qualsiasi scopo: chiarire, convincere, regolare, tranquillizzare, emozionare. Eppure dalle parti di strada Torrebella tutto questo sembra essere sconosciuto. Società, allenatore e giocatori, tutti colpevoli e negligenti.

SOCIETA’ – Il casus belli, o se volete la goccia che ha fatto traboccare il vaso, è la cronologia dei fatti che ha portato ai due punti di penalizzazione. In principio a circolare è stata una notizia di deferimento, subito ribattezzata come ‘fake news’ (nel senso di rischio di penalizzazione effettivamente da infliggere, come poi spiegato dal presidente Giancaspro) a margine di un convegno. Questo è però arrivato e non ha risparmiato nulla, neppure lo slittamento dei playoff e tutto quello che ne è conseguito. Poco convincente come forma di difesa la conferenza stampa di due domeniche fa. I tempi per difendersi sono stati brevi, inefficienti e poco amici, ma i timori non erano infondati. E’ mancata e manca chiarezza su alcuni aspetti fondamentali. Ed ora la domanda è: quale futuro attende il Bari? Serviranno fatti concreti per cancellare ogni crescente malumore. La partita di Cittadella adesso c’entra poco.

ALLENATORE – Se Grosso vuole fare una carriera ad alti livelli anche da allenatore, il primo consiglio che si può dargli è quello di rivedere la comunicazione. Senza se e senza ma. A Verona (forse, a quanto pare) non sono così diversi da Bari sul piano delle attenzioni e delle pressioni. Sarà poi vero che spesso si ripetono tante frasi fatte in conferenza stampa, ma variare il registro di tanto in tanto non guasterebbe. Sorprendere, dire qualcosa di nuovo. Non parlare come un libro stampato e sguazzare troppo nelle banalità. Il fatto è che non parlare in maniera più diretta coi giornalisti equivale a fare altrettanto coi tifosi. La stampa, in fondo, è il tramite principale tra squadra e piazza. Incredibile, poi, il silenzio stampa adottato dopo il pareggio interno ottenuto contro il Novara. A che pro questa posizione? Chiarire cosa non è andato giù sarebbe stato preferibile. Nulla cancella, ovviamente, il buon lavoro svolto sul campo alla prima esperienza tra i professionisti.

SQUADRA – Non è immune da colpe nemmeno la squadra. Anche qui: buon lavoro sul campo, si è fatto il possibile e si è dato tutto, esaltando pregi e difetti. Giusti gli applausi del ‘Tombolato’ a fine gara, l’impegno non è mai mancato. La B è sporca ed il gruppo si è saputo ben adattare, nonostante tutto. Da comprendere anche le parole di Basha: “Ci avevano rassicurato, ma poi…”. La rabbia è lecita e sacrosanta. Ma dal capitano ci saremmo aspettati anche un mea culpa generale sull’eliminazione maturata. Perchè va bene il fattore campo, ma quantomeno ai supplementari ci si sarebbe aspettata una ferocia pari o superiore rispetto a quella vista ad inizio partita. Così non è stato e non è successo neppure in diverse e precedenti circostanze. Oppure solo ad intermittenza, laddove si poteva mettere in scacco l’avversario. Non riceveremo mai risposte su questo aspetto, purtroppo…






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Collaboratore ed aspirante Pubblicista. Si occupa di qualsiasi argomento attinente al calcio di Bari e Provincia

4 Comments

  1. Ma secondo il vostro grado di intelligenza, cosa avrebbe dovuto dire il Presidente? Si è vero abbiamo pagato in ritardo? Così la stagione sarebbe finita ad Aprile.
    Poi non vediamo le vere porcherie…ma per favore.

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