Carrera: «Lavorare sulle nostre debolezze e capire perché facciamo fatica! A Catanzaro per essere aggressivi e umili, senza sentirci già vincitori…»


BARI – Alla vigilia dalla gara di campionato che vedrà domani il Bari affrontare il Catanzaro sul terreno del “Ceravolo” e poco prima della rifinitura, Massimo Carrera ha rilasciato alcune dichiarazioni diffuse dai canali ufficiali del club.

Queste sono state le prime considerazioni dall’allenatore del Bari: «In questi giorni ho ricevuto delle risposte positive dal gruppo che si è messo a disposizione durante gli allenamenti. Insieme abbiamo capito quali siano gli errori che abbiamo commesso e abbiamo individuato ciò di cui abbiamo bisogno. Penso che ormai i giocatori conoscano e capiscano bene quali siano le loro forze e le loro debolezze. Noi dobbiamo cercare di lavorare soprattutto su queste ultime».

Il lombardo ha poi spiegato più nel dettaglio su cosa si sia concentrato il suo compito durante le sedute successive al pareggio contro la Casertana e come si stia preparando al finale di stagione: «Abbiamo lavorato un po’ su tutto tranne che sulla condizione fisica perché, giocando ogni tre giorni, ci pensano già le partite a farlo ed è difficile agire su questo. Ci siamo quindi applicati sulla tattica, sia di reparto che di squadra, e abbiamo lavorato anche sulla testa dei giocatori con l’intento di capire per quale motivo facciamo fatica a fare certe cose. Anche in ottica playoff, naturalmente è importante trovare una condizione fisica ottimale, perché si giocano tante gare, senza però tralasciare l’aspetto tecnico tattico e migliorare sia il modo di stare in campo come squadra che il sistema di gioco».

Su che Bari ci si debba aspettare a Catanzaro, più difensivo o più concentrato sulla corsa: «Le punte aiutano sempre la squadra e tu puoi mettere in campo anche 10 attaccanti e non far gol oppure prevedere solo un mezzo attaccante e segnare. Queste sono cose che lasciano il tempo che trovano. I vari Antenucci, Marras, D’Ursi, Rolando, Cianci e Candellone si mettono tantissimo a disposizione dei compagni. Si attacca e ci si difende in 11, altrimenti non si potrebbe giocare».

Quello contro i calabresi è un appuntamento davvero delicato e il mister dei biancorossi ne è pienamente consapevole: «E’ uno spareggio per il terzo posto e quindi dobbiamo aspettarci un Catanzaro agguerrito che vorrà batterci, ma anche noi andiamo lì con la stessa voglia di vincere e sconfiggerli. Sarà una sfida da affrontare con la giusta determinazione e con la giusta attenzione e dovremo andare in campo per fare la nostra partita. Dovremo giocare da squadra, tenendo una disposizione stretta e corta e un atteggiamento aggressiva, lasciando pochi spazi all’avversario e cercando di metterlo in difficoltà insistendo sui loro punti deboli. Il rientro di Bianco dopo la squalifica? E’ sicuramente un giocatore duttile e con la sua esperienza può dare un aiuto ai compagni anche semplicemente parlando con loro in mezzo al campo. L’assenza di Sarzi, Celiento ed Andreoni? Sono tre giocatori che in questo momento sono indisponibili, ma io preferisco parlare di quelli che sono disponibili e che ho a disposizione al fine di decidere la formazione migliore da potare mandare in campo».

Il 56enne di Pozzuolo Martesana ha poi chiarito che il futuro adesso si chiama solo Catanzaro e ha cercato di ipotizzare quale sia la cura per la sua squadra: «Sono concentrato solo sul prossimo avversario e non sulla prossima stagione. Quello è al momento il mio obiettivo principale. Come far fronte ai mali di questo Bari? Bisogna correre, fare sacrifici e andare in campo con umiltà, senza sentirsi già vincitori prima di scendere in campo, pensando che le partite le si vincono ancor prima di giocarle solo perché ci chiamiamo Bari».

Il tecnico dei galletti si è congedato con un’ultima riflessione sulle momentanee polveri bagnate del reparto offensivo: «Le occasioni le stiamo creando. Mi preoccuperei ancora di più se non riuscissimo neanche ad arrivare alla conclusione. Sicuramente riusciremmo a fare qualche gol in più mettendoci un po’ più di cattiveria sotto porta e un po’ più di cinismo ed egoismo».






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