Bianco: «Che gioia il mio primo gol nel Bari! Vincere le ultime gare per disputare dei grandissimi play-off. Ci mancano i tifosi, perfino i loro mugugni…»


BARI – Sabato scorso è riuscito a sbloccare il risultato nella gara contro la Paganese, spianando di fatto al Bari la strada per la vittoria finale e i festeggiamenti dei suoi compagni dopo il gol la dicono tutta su quanto la sua prodezza sia stata importante.

Raffaele Bianco è intervenuto quest’oggi in conferenza stampa e ha così commentato quella rete, la prima con questa maglia: «Quell’abbraccio e quell’urlo di gioia dopo la mia rete è stato un segno di liberazione, di sfogo e di felicità per un qualcosa che nel corso della mia carriera, non essendo un goleador di natura, non vivo tantissimo a livello personale. Sono felice perché quelle emozioni te le porti dentro e sarei corso verso la panchina, ma i compagni mi hanno sommerso (sorride n.d.r.). In quella esultanza c’è però anche tanto del nostro spirito di squadra. Sebbene non sia stata una decisione punitiva, 12 giorni di ritiro non sono mai piacevoli in quanto sei costretto ad essere lontano dalla famiglia e a subire delle privazioni».

Qual è l’obiettivo della compagine pugliese? E’ presto detto: «Sono d’accordo col mister – ha chiarito – quando sostiene che queste ultime cinque partite debbano essere il preludio a dei grandissimi play-off. Se ci arrivi dopo 5 vittorie, hai uno slancio diverso. Questo deve quindi essere il nostro obiettivo. Il secondo posto? Mi è capitato in carriera di vincere i play-off anche dopo essere arrivati quinti, ma l’esperienza dell’anno scorso ci insegna che quelle sfide di spareggio sono spesso decise da episodi sottili. Prima di pensare a questo, però, è bene pensare a ottenere il successo nei match restanti e sfruttare l’ultima parte del torneo per raggiungere una certa maturità da squadra vera e compattarci ancora di più».

Il 33enne campano ha poi spiegato in che fase si trovi attualmente la squadra nel suo processo di maturazione in una stagione partita con presupposti ben diversi: «La striscia di risultati poco felici, che ha poi determinato il ritiro, ci ha messo di fronte alla realtà e ritengo che non siamo ancora del tutto fuori. Secondo me siamo una squadra che può vincere e perdere contro chiunque e in questo modo i campionati o i play-off non li vinci di sicuro! Dobbiamo diventare una squadra che può vincere contro chiunque, ma che dia l’impressione di essere solida, forte e di poter subire pochissimo. Non mi piace fare paragoni col passato, ma l’anno scorso, sebbene si creasse un pochettino di meno e fossimo meno continui durante la partita, subivamo pochissimo. Quest’anno, con mister Auteri si giocava in un certo, mentre adesso col nuovo mister stiamo cercando di trovare il giusto assetto in campo e non diamo ancora l’impressione di essere solidi. se però analizziamo le vecchie gare, a Terni, contro la prima in classifica che ha dominato il campionato, nel primo quarto d’ora avremmo potuto chiudere la partita sul 3-0. Non ci riesci, ti impaurisci per un episodio e finisci per perderla rientrando nel tuo “dramma sportivo”».

A chi sostiene che il gruppo abbia scarsa personalità, il centrocampista casertano ha provato a fare delle analisi in tal senso al fine di interpretare una certa innegabile fragilità manifestata dalla squadra: «Bisogna innanzitutto capire cosa si intenda per personalità. Ci si riferisce al modo di dominare le partite, o al modo di porsi durante una gara? Secondo me in questa squadra ci sono tanti giocatori di personalità ed è poi normale che si possa attraversare un periodo come quello che abbiamo attraversato noi. Ci manca secondo me anche il fatto che non ci sia la presenza dei tifosi. Un fischio o un mugugno a volte ti può svegliare. Il tifoso barese è passionale, ci tiene alla squadra e quando critica lo fa per troppo amore e mai con cattiveria. Ci sta sempre chi magari esce un po’ fuori dalle righe però le critiche fanno parte del gioco. Bisogna considerare tante componenti, però dire che questa squadra manchi di personalità secondo me non è corretto. Viviamo di risultati e questi ti fanno vedere le cose in un modo o in un altro. Contro la Paganese abbiamo fatto una partita normale e l’abbiamo portata a casa vincendo 2-0. Cambia il modo di vedere le cose e quindi bisogna essere lucidi ad analizzare le sconfitte, valutando ciò che si è visto, senza lasciarsi influenzare dal risultato finale. Poi è chiaro che la personalità, se ce l’hai, devi anche tirarla fuori al momento giusto. Consideriamo poi che sia ad inizio anno che a gennaio, questa squadra è stata praticamente rivoltata. Non credo che un gruppo si possa formare nell’arco di un mese. A me non è mai successo! Quando dico che dobbiamo diventare squadra mi riferisco allo stare in campo e non che siamo un disastro. Se per vari motivi la formazione cambia continuamente e non c’è continuità non è facile che si creino i presupposti per dare l’impressione di essere una squadra. Anche da dentro sappiamo di non dare l’impressione di essere una squadra granitica come invece potremmo essere».

Negli ultimi giorni si è paventato l’eventuale slittamento del torneo per recuperare le molte gare non disputare a causa del Covid con la conseguente interruzione della stagione, anche fino ad un paio di settimane. Su questa ipotesi il numero #5 dei galletti ha espresso la propria opinione: «Qualora ci dovesse essere questo stop potremmo avere la possibilità di recuperare appieno qualcuno e rimettere in condizione qualcun altro. Effettivamente dal punto di vista numerico, da un mesetto a questa parte, tra infortuni e squalifiche siamo sempre stati pochini. La settimana scorsa abbiamo fatto forse la prima settimana intera di allenamenti col mister, con i lavori fisici e tattici e questo ci permette di scendere in campo meglio la domenica, ma soprattutto di conoscere bene quello che è il pensiero dell’allenatore. Fino alla settimana scorsa abbiamo giocato ogni tre giorni e non era facile preparare bene la partita. Non riusciamo a recuperare quando andiamo in svantaggio? Secondo me è una situazione legata agli episodi. Ad esempio a Catanzaro siamo andati sotto per un episodio, ma nel primo tempo abbiamo avuto delle occasioni per sbloccare la partita. Contro il Potenza siamo stati penalizzati da un’ingiustizia evidente e cioè da un rigore inesistente e abbiamo avuto una grande palla gol con Mirko ad un metro dalla porta. Contro la Ternana prendiamo il pareggio all’85’ per un errore individuale che ci sta nel calcio. Tutte queste cose, sommate nell’arco di un campionato, ti fanno perdere punti, autostima e certezze.».

Il calciatore di Aversa ha poi provato a spiegare il perché di tanti cartellini gialli e rossi rimediati da lui e i suoi compagni: «Io per primo ho dato il là a questa scia di cartellini rossi rimediati un po’ gratuitamente. Il non riuscire a esprimersi in un certo modo e il non conseguire risultati positivi possono creare del nervosismo e questo non deve accadere. A maggior ragione in questo momento dove numericamente siamo un po’ corti. E’ una cosa che ci penalizza tanto. Io e tutti i miei compagni abbiamo sbagliato, abbiamo chiesto scusa e, per quello che può valere, pagato anche delle multe. Uno a volte non riesce a frenare le emozioni come accaduto a me a Catania quando sono impazzito contro l’arbitro e, pur inscenando una protesta civile da capitano, ho rimediato il secondo giallo. Durante la partita ognuno reagisce a modo, ma dobbiamo essere bravi a limitare questi problemi perché non ci possiamo permettere di perdere nessuno».

Il giocatore cresciuto nelle giovanili della Juve ha concluso parlando della prossima gara contro la Vibonese: «I nostri prossimi avversari stanno lottando per evitare i play-out e già sappiamo che cosa ci aspetti. Il centrocampo sarà chiamato ad aumentare la quantità di seconde palle recuperate perché soprattutto contro queste squadre diventano fondamentali. Poi bisognerà diminuire la percentuale di errori commessi, sia nella nostra che nell’area avversaria. Questo, alla fine dei conti, poi fa la differenza. Cosa stia facendo il mister in questo periodo? Ci ha stimolato e anche “massacrato”, mettendoci davanti alla realtà e cioè quella di una squadra che non stava facendo le cose per bene. Abbiamo rivisto tanti video e analizzato la marea di errori che abbiamo commesso nelle scorse partite. In definitiva, ha toccato le corde che doveva toccare».






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