Carrera: «Ad Avellino per far vedere che il Bari c’è, è ancora vivo e si batterà fino alla fine! La squadra è pronta. Sono venuto a Bari con l’intento di…»


BARI – Alla vigilia del match decisivo che il Bari disputerà domani ad Avellino, Massimo Carrera ha incontrato oggi virtualmente i giornalisti per la consueta analisi pre partita. Nella solita videoconferenza stampa trasmessa sui propri canali ufficiali dal club dalla sala “Gianluca Guido” dello stadio “San Nicola”, queste sono state le prime parole pronunciate dall’allenatore del Bari: «Sappiamo che è una partita importante e determinate per il secondo posto, perché abbiamo la possibilità di rubare dei punti all’Avellino. E’ normale che però dopo questa gara ce ne saranno altre tre altrettanto importanti e quindi dovremmo dare continuità. Sappiamo che affronteremo una buona squadra che gioca a calcio, cattiva dal punto di vista agonistico e quindi sarà una gara da combattenti. Bisogna andare lì a fare la nostra partita, sapendo che ci sarà da dare battaglia e noi dobbiamo assolutamente far vedere che il Bari c’è, è ancora vivo e si batterà fino alla fine. Gli attaccanti delle due squadre potranno essere determinanti? Le punte devono fare la loro parte e noi ne abbiamo due forti, quindi cercheremo di metterle in condizione di fare gol».

Quanto alla condizione dei suoi uomini e al modulo tattico che intende adottare: «Sabbione non fa parte del gruppo, mentre Sarzi avverte ancora un po’ di fastidio alla caviglia. Oggi valuteremo se con qualche antidolorifico possa far parte del gruppo. Di Cesare? Ha un po’ di fastidio ad una gamba, però non dovrebbe essere nulla di grave e quindi sarà a disposizione. Ciofani? Sta bene e l’altro giorno ha giocato tutta la partitina d’allenamento. Si è ristabilito, è disponibile, anche se è normale che non possa avere i 90 minuti nelle gambe. Lui può fare il quinto di destra, oppure il terzino o finanche il centrale e quindi è un giocatore molto duttile ed importante per una squadra. Come far coesistere Antenucci e Cianci? Dopo la rifinitura, durante la quale è possibile provare delle situazioni, deciderò come schierare la squadra. Sono due giocatori che possono coesistere o uno dietro l’altro o entrambi sulla stessa linea. Il 3-5-2? Mi ha convinto solo a tratti e non del tutto anche se l’abbiamo provato pochissimo. Quello è però un sistema di gioco che a me piace e quindi lo tengo in considerazione».

A chi gli ha chiesto come sarebbe più opportuno giocare in Irpinia, se in modo più spavaldo o con un occhio agli equilibri, il lombardo ha risposto in maniera convinta: «Sicuramente è una questione di testa e comunque non è detto che non si possa giocare in modo garibaldino senza aver equilibrio. Bisogna fare la nostra partita, cercando di sfruttare i loro difetti e le nostre abilità. Sappiamo quello che ci aspetta e dovremo andare in campo con la testa libera, con “incoscienza”, perché è pur sempre una partita di calcio e il calcio deve essere divertimento. Il risultato sarà deciso dal campo. Cosa sceglierei tra il gioco e la vittoria? I risultati arrivano sempre in base alla prestazione che si offre, ma se dovessi proprio scegliere, preferirei più giocare male e vincere che giocar bene e perdere. Alla fine contano sempre i risultati».

Il 56enne di Pozzuolo Martesana ha poi spiegato che, nonostante la delicatezza dell’appuntamento di domani, non è il caso di creare troppe tensioni: «Questo tipo di sfide si preparano quasi da sole perché è evidente l’importanza della partita e non c’è bisogno di caricare più di tanto la squadra. Dal punto di vista delle motivazioni la squadra è pronta e sa il tipo di match che andrà ad affrontare. E’ normale che poi bisogna trasferire sul campo queste emozioni e questa passione che ha. In cosa dobbiamo migliorare? Sicuramente nel nostro atteggiamento quando siamo in possesso della palla, senza lasciarsi andare alla frenesia, cercando di fare la scelta giusta, con la voglia di giocare a calcio e divertirsi senza paura di sbagliare un passaggio. Nel calcio tutti sbagliano».

Da un paio di turni la sua squadra non subisce gol e questo è un dato importante come confermato dal mister dei biancorossi: «Non prendere gol vuol dire avere qualche possibilità in più di vincere anche perché abbiamo degli attaccati forti che possono fare gol. Stiamo lavorando anche su questo, ma se ciò accade non è merito solo della difesa. E’ l’intera squadra che aiuta a difendersi. Stiamo crescendo da questo punto di vista, però c’è ancora da lavorare e da migliorare e non dobbiamo sottovalutare i piccoli dettagli».

L’ex AEK Atene ha poi precisato che la concentrazione dovrà rimanere alta fino alla fine e non solo ad Avellino: «Scontro diretto o non scontro diretto, dobbiamo andare su ogni campo per cercare di vincere le partite, anche giocando male o soffrendo da squadra. L’importante è che i ragazzi abbiano autostima, senza però dare per scontato di essere più bravi degli avversari, soprattutto quelli sulla carta inferiori. In vista di questo finale di campionato e dei play-off stiamo lavorando affinché si possa crescere e costruire una squadra che giochi a calcio con intensità e con cattiveria. Io voglio che in campo la mia squadra abbia questa prerogativa. Abbiamo la fortuna di poter lavorare senza partite infrasettimanali e quindi settimana dopo settimana stiamo cercando di portare il gruppo a esprimere quella aggressività e quella intensità che serve nel calcio».

Il tecnico dei galletti si è congedato con un’ultima riflessione: «Pian piano sto capendo tante cose di questo gruppo. Non è semplice in un mese avere la diagnosi giusta, però ci stiamo lavorando ogni giorno. Se sia possibile creare la mentalità vincente e la compattezza di gruppo in poco tempo? Credo di si. Sto con i giocatori ogni giorno e cerco di capire quelle che sono le loro problematiche per cercare di risolverle. Cerco di dare fiducia e di far capire loro che, se sono giocatori del Bari, vuol dire che hanno qualcosa in più di altri giocatori. E’ normale che la coesione sia importante e stiamo cercando di ricostruire questo gruppo affinché possa diventare una famiglia nella quale tutti lottano per uno stesso obiettivo senza individualismi ed egoismi. Se rimarrò qui anche nella prossima stagione? Sono venuto a Bari con l’intento di rimanerci il più a lungo possibile e per costruire qualcosa di importante. Questo obiettivo va al di là di quello che potrà succedere quest’anno».






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