Carrera: «L’obiettivo è ancora alla nostra portata e dobbiamo riconquistare la fiducia della gente con i risultati! Col presidente c’è unità d’intenti e nessun “senatore”…»


BARI – Alla vigilia del match interno che il Bari disputerà contro il Palermo, in programma domani alle ore 15:00, Massimo Carrera ha incontrato oggi virtualmente i giornalisti per la consueta analisi pre partita. Nella solita videoconferenza stampa trasmessa sui propri canali ufficiali dal club dalla sala “Gianluca Guido” dello stadio “San Nicola”, queste sono state le prime parole pronunciate dall’allenatore del Bari: «Dobbiamo lottare fino alla morte su ogni palla, su ogni contrasto, e dobbiamo giocare le partite dando battaglia in campo per fare più punti possibili. L’obiettivo che tutti vogliamo raggiungere è ancora lì, a nostra portata. La classifica? Non la guardiamo e sappiamo che dobbiamo giocare ogni partita al massimo delle nostre potenzialità. Dobbiamo essere forti a farsi scivolare tutto addosso, perché il calcio è questo, e dobbiamo cercare di riconquistare la fiducia della gente. Ci si può riuscire però tramite le prestazioni e i risultati. Sappiamo che domani affronteremo un Palermo che viene qui con la voglia di giocare e quindi dobbiamo farci trovare pronti perché anche noi dobbiamo vincere questa gara. Il nostro obiettivo è quello di andare in campo e fare la nostra partita con carattere, con intensità e con tranquillità».

Quanto al modulo tattico col quale la squadra giocherà contro i siciliani: «Un allenatore fa delle scelte prima della partita ed è facile giudicare le sue scelte a posteriori. Bisogna trovare la soluzione giusta al momento giusto. Il 3-5-2? E’ un modulo molto offensivo perché alla fine tu attacchi con 5 giocatori e porti tanti giocatori in aria. Dobbiamo lavorare su queste situazioni. Il modulo credo però che sia l’ultimo dei problemi perché bisogna saperlo anche interpretare e perché una squadra, quando va in campo, deve sapersi adattare anche all’avversario. Non sempre le partite si sviluppano come tu le prepari e quindi dobbiamo essere sempre pronti ai cambiamenti».

A chi gli pensa che il Bari abbia dei limiti caratteriali e tecnici, il 56enne di Pozzuolo Martesana ha voluto rispondere con fermezza: «In questo momento abbiamo delle difficoltà, ma non siamo gli ultimi arrivati. Dobbiamo trovare solo la quadratura giusta del cerchio e qualche dettaglio che ci faccia cambiare marcia. Alludo a qualche situazione che riporti l’entusiasmo nel gruppo, che ti faccia cambiare qualcosa nella testa, l’episodio favorevole che ti possa far scattare una molla nel cervello e che ti faccia capire che noi non siamo questi e che abbiamo le qualità e le possibilità di fare bene. Lo abbiamo dimostrato in altre occasioni, anche giocando in 10, e quindi si tratta solo di trovare la fiducia in noi stessi, di giocare le partite a calcio tranquillamente, senza paura di sbagliare. Solo chi non gioca a calcio non sbaglia e stando seduti è facile giudicare. Andiamo in campo tutti i giorni per fare il nostro lavoro e ci alleniamo con passione, con voglia di fare le cose per bene».

Il mister dei biancorossi ha voluto poi commentare i tanti giudizi negativi piovuti sulla sua squadra: «Dopo partita a volte si traggono conclusioni influenzate anche dal risultato. Se per esempio ad Avellino avessimo fatto gol con Rolando e avessimo vinto 1-0, sicuramente il giudizio sarebbe stato diverso sebbene sia innegabile che la prestazione non sia stata buona nel primo tempo. Siamo stati penalizzati da una disattenzione sul calcio d’angolo in occasione del quale abbiamo fatto degli errori. Ero e resto soddisfatto, non del primo tempo, ma del secondo. Non sono un allenatore che cerca alibi. Abbiamo perso e ognuno deve prendersi la sua  responsabilità. Io sono il primo che se le prende. Sono il primo ad andare davanti alla telecamera ed espormi per la mia squadra. Marras? Ha una grande corsa e io l’avevo messo come quinto di centrocampo per dare fastidio al loro quinto. Talvolta accade però di avere in testa delle situazioni che provi e riescono in settimana e che poi la domenica in partita non riescano. Manuel ha anche svolto quel ruolo quando era a Trapani e quindi ha tutte le qualità per poterlo fare».

Il discorso si è poi spostato sul lavoro svolto negli ultimi giorni e sulla formazione da mandare in campo: «Quella appena trascorsa è stata una settimana tribolata, come ce ne sono tante nel calcio. Abbiamo lavorato sui dettagli e sulle situazioni nelle quali sbagliamo per cercare di migliorare. Penso ad esempio a quando siamo in possesso di palla. Per quanto riguarda gli infortunati, Sarzi ha avuto ieri nuovamente un problemino alla caviglia e quindi non si è allenato, mentre Celiento ha fatto il primo allenamento, ma la sua è stata una ripresa leggera. Ad essere disponibili al 100% ci sono Sabbione e Ciofani. Cianci? Ha un problema che lo condiziona parecchio perché non riesce ad allenarsi  sempre con la giusta intensità. Correndo male, inoltre, vengono fuori altri dolorini e quindi, essendo Pietro un giocatore importante per noi, c’è bisogno di valutare tranquillamente la situazione per cercare di riportarlo ad una condizione fisica migliore».

Tutto sommato, l’ex AEK Atene si è detto ancora fiducioso: «Il presidente è stato con noi durante gli allenamenti e questo fa capire che ci sia unità di intenti. Tutti vogliamo raggiungere lo stesso obiettivo e cerchiamo di dare il nostro contributo. Non dobbiamo pensare a quello che è successo, ma andare avanti per la nostra strada, sapendo che ci sia tanto da fare e allenandoci ogni giorno con la giusta voglia. Assisto agli allenamenti e vedo che i ragazzi questa voglia ce la stanno mettendo. Vedo la loro disponibilità e volontà di dare delle risposte positive e, da questo punto di vista, non posso dire niente. Questo mi fa stare tranquillo. Poi è normale che le partite la domenica non sempre vanno come tu vorresti e come tu le prepari. Emergono difficoltà legate a diverse situazioni, sia singole che di squadra, ma anche all’atteggiamento della squadra avversaria. Quando ad esempio gioca tutta chiusa in difesa, è difficile trovare gli spazi giusti per fare delle giocate e in quel momento ci vuole l’esaltazione del singolo che a volte riesce, a volte no».

Il tecnico dei galletti si è congedato con un’ultima riflessione sulla sua esperienza maturata fino ad ora in terza serie e con un chiarimento su “paventati” malcontenti in seno al gruppo: «Ho capito che in serie C ci vuole tanta grinta e che le squadre vanno in campo per dare battaglia, ma questo in fondo succede però anche negli altri campionati. Senza cattiveria ed entusiasmo, ma solo con la qualità, non si va da nessuna parte. Io ho fiducia nel mio gruppo, nei miei soldati, e mi sento uno di loro. Li difenderò fino alla morte e mi butterei nel fuoco per loro. Non ho nessun problema con il gruppo che mi sembra unito. Se ci siano in squadra dei “senatori” col mal di pancia? Non penso! Se un giocatore scendesse in serie C solo per guadagnare lo stipendio, smetterebbe di giocare. Ci sono situazioni che purtroppo capitano, a volte le cose ti riescono, altre no. Qui vedo solo calciatori che hanno voglia di riportare il Bari in serie B».






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