BARI – In casa biancorossa il clima del post derby vinto di misura dal Bari contro il Monopoli è decisamente disteso e ricco di soddisfazione. Anche il volto di Michele Mignani, presentatosi come di consueto davanti ai microfoni della stampa per la tenere la conferenza stampa di analisi a caldo del match, la dice lunga sulla felicità di aver superato uno scoglio difficile ed insidioso.
«I ragazzi sono stati bravi perché non era una partita semplice – ha esordito l’allenatore del Bari – il Monopoli è una squadra che sta facendo bene, che ha entusiasmo i suoi punti in classifica non sono frutto del caso. E’ oggi motivo d’orgoglio l’aver fatto noi la partita e siamo stati bravi nel primo tempo a conquistare un sacco di palle, a togliere loro le fonti di gioco e ad essere molto aggressivi in avanti. Teniamo conto che questa è stata la terza partita in una settimana e nel secondo tempo un po’ di stanchezza è affiorata facendo si che riuscissimo a muovere la palla più lentamente. Del resto non è facile giocare quando l’avversario si abbassa con 10 giocatori sotto la linea del pallone. Abbiamo sfruttato l’occasione che ci hanno concesso e credo che sia giusto così perché le partite durano 90 minuti e la possibilità di fare gol devi sempre averla nella testa fino alla fine».
Il mister dei biancorossi ha poi spiegato ancora più nel dettaglio il pomeriggio vissuto al “San Nicola”: «Sapevamo che loro avevano giocatori con gamba, abili nell’attaccare gli spazi nei tempi giusti, soprattutto i due che hanno giocato. Noi lavoriamo anche sulle letture difensive e quando ci accorgiamo che c’è la possibilità di subire una palla profonda, scappiamo un attimo prima. Oggi i ragazzi hanno tutti lavorato molto bene in fase di non possesso. E’ stato quindi importante non subire gol perché avremmo potuto esporci a delle ripartenze. Nel primo tempo non è successo, mentre nel tempo si è verificato un paio di volte, ma ritengo che sia accettabile».
Secondo il 49enne di Genova ex Modena e Siena è di fondamentale importanza non subire pur senza snaturare la propria propensione offensiva: «L’equilibrio in una squadra è troppo importante. Poi c’è chi pensa che magari vincere 5-4 valga quanto vincerà 1-0 anche se effettivamente i punti sono gli stessi. Questa è una squadra che ha qualità e che in ogni partita è in grado di fare almeno un gol. Non prenderlo significa avere la certezza di fare risultato. Non vorrei però che si pensi alla nostra come una squadra difensivista. Giochiamo sempre con tre attaccanti o tre giocatori offensivi e con due mezzali che spesso si propongono in avanti. Ogni tanto rischiamo qualcosina quando i nostri centrali rimangono dietro uno contro uno a campo aperto, però sono stati bravi e, se la sentono, per noi questo costituisce un grosso vantaggio».
Il ligure preferisce in questo momento gettare un po’ di acqua sul fuoco e vestire i panni del pompiere: «Se l’obiettivo fosse quello di arrivare a 17 punti, saremmo felici, ma noi vogliamo farne tanti altri. Oggi era troppo importante provare a dare continuità alla partita fatta a Messina anche se questo è un campionato lungo. Oggi è andata bene e, quando non puoi vincere, non devi perdere. Dobbiamo essere veramente sempre molto equilibrati perché poi un punto in più o in meno te lo ritrovi alla fine dell’anno».
Il tecnico dei galletti si è congedato con un ultimo elogio ai suoi giocatori: «Vedo il lavoro che i ragazzi svolgono durante tutta la settimana e il loro impegno nel farlo. Combattono per farsi trovare pronti la domenica e spero che tutto questo venga apprezzato anche dalla gente. Capisco che la tifoseria voglia i risultati e che qui ci sia un certo obiettivo da raggiungere. Quello che secondo me non deve mancare mai da parte nostra è l’impegno, il rispetto per la maglia e per i tifosi e il cercare di dare il massimo ogni domenica».
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