Di Gennaro: «Non sono al top, ma sto bene e sono pronto. Qui per vincere, ma dobbiamo essere più continui. Io e Botta incompatibili? Vi spiego…»


BARI – Rappresenta un autentico lusso per la serie C e la sua presenza nella rosa del Bari può davvero fare la differenza. Le innegabili qualità di Davide Di Gennaro non le si scoprono ora, ma la sua condizione non è ancora al top come affermato da lui stesso in conferenza stampa.

«Quella scorsa è stata la prima settimana intera di lavoro – ha dichiarato il centrocampista lombardo – e devo dire che mi sento già discretamente bene, anche se ho saltato la preparazione con la squadra. Speravo di poter avere subito continuità in questi primi mesi,ma purtroppo ho subito un infortunio traumatico abbastanza importante che non era preventivabile, Ringrazio però lo staff medico e i fisioterapisti che mi hanno recuperato in un tempo molto ristretto rispetto a quello che si pensava. E’ normale non essere ancora al 100%, ma la forma si prende giocando e allenandosi nel quotidiano con i compagni. Cerco di giocare sempre al meglio delle mie possibilità, ma a volte ci si riesce meglio di altre. Io sono pronto sempre. Tutti si allenano e nella propria testa pensano di poter giocare, ma poi c’è un allenatore che fa le sue scelte».

Il mediano biancorosso ha anche raccontato delle dinamiche che hanno favorito il suo trasferimento in Puglia: «Alla mia età il lato economico è certo importante, perché questo è un lavoro, però non influisce in modo primario nelle mie decisioni. La scelta di venire a Bari quest’anno era stata già presa da me ad inizio estate. Parlando con il mio agente gli ho rappresentato quelle due o tre piazze di serie C nelle quali sarei voluto andare ed ho aspettato. Ci sono stati dei contatti con il direttore Polito e all’ultimo giorno c’è stato da dire sì o no. Il mio era già un si da inizio mercato e quindi non ci sono stati problemi di altra natura».

Quanto alla sua mia missione in questa piazza:  «Penso che non ci siano missioni singole perché ognuno di noi, nuovi arrivati e non, ha un unico obiettivo. Io cerco di mettere le mie qualità e la mia esperienza al servizio della squadra in modo da fare un percorso che noi tutti ci auguriamo di fare. La serie B è il nostro obiettivo e sono venuto qui perché voglio vincere con questa maglia. Se il Bari finora non ci è riuscito ci sono diverse motivazioni che non conosco e non mi interessano. Quest’anno c’è un gruppo che vuole vincere, ma siamo a metà novembre ed è impensabile che il gruppo sia già al massimo delle sue potenzialità. Però penso che ad inizio a inizio campionato chiunque ci avrebbe messo la firma per essere primi con dei punti di vantaggio a questo punto del torneo. Bisogna quindi avere equilibrio nei giudizi e continuare a lavorare per cercare di far sempre meglio».

Il numero #21 dei galletti ha quindi spostato poi il discorso sulla situazione attuale della propria squadra: «Il calcio è uno sport semplice e bisogna avere grossa organizzazione e qualità per raggiungere gli obiettivi prefissati. Per tanti motivi è difficile avere a metà novembre già una grande organizzazione, soprattutto per una squadra come la nostra che ha cambiato tanto. A causa del Covid il ritiro è andato un po’ a rilento, tanti giocatori sono arrivati all’ultimo giorno e c’è stato qualche infortunio come il mio. Ci sono vari fattori che hanno fatto rallentare il nostro processo di crescita generale e penso che i problemi li abbiano soprattutto le altre squadre che guardiamo dall’alto in basso. Questo non deve farci sedere sugli allori perché una squadra come il Bari non deve vincere tutte le partite ma deve provare a farlo. Stiamo subendo spesso gol? Questo è sicuramente un aspetto su cui dobbiamo migliorare perché i campionati si vincono anche in difesa, ma la fase difensiva parte dalle punte. Siamo una squadra che fa tanto possesso palla e che gioca tanto nella metà campo avversaria. Siamo quindi più esposti a contropiedi e a ripartenze e ci sta anche che qualcosa venga concessa agli avversari».

Il 33enne è poi tornato per un attimo sulla brutta prova di sabato scorso: «In gare come quella di Castellammare, una squadra come la nostra deve cercare di fare meglio. Abbiamo tirato poco importa e abbiamo disputato una partita sicuramente al di sotto delle nostre possibilità, ma gli avversari cosa hanno fatto per poter vincere? Uno dovrebbe essere anche equilibrato nell’esprimere il proprio giudizio. Nel secondo tempo la Juve Stabia ha messo 11 uomini sotto la linea della palla e non ha mai creato un pericolo. E’ inevitabile che tutte le squadre, quando giocano contro il Bari, abbiano delle motivazioni diverse rispetto a quando giocano contro altre formazioni e vogliano mettersi in evidenza. Questo è un onere ed un onore per tutti noi che siamo giocatori di un certo tipo, con alle spalle una certa esperienza nel disputare campionati di vertice, consci delle responsabilità che derivano dal giocare per una piazza che è costretta a vincere. Sappiamo tutto questo e lo mettiamo in conto. Se troviamo difficoltà sui campi sintetici? Sono solo alibi anche se credo sia innegabile che giocare su quelle superfici sia diverso. Siamo però una squadra con tanta esperienza e di livello e non possiamo pensare che il tipo di campo possa incidere così tanto sulla nostra prestazione. A prescindere dal campo, l’approccio mentale di chi gioca contro il Bari è superiore alla media e noi dobbiamo essere bravi ad essere a livello mentale ancora più pronti di loro».

L’ex Cesena si è espresso anche sui paventati problemi di preparazione: «Non penso che ce ne sianoi, anche perché lo staff tecnico ci mantiene sempre nella forma migliore e i dati che si registrano sono positivi. Sappiamo che dobbiamo migliorare sotto certi aspetti, come ad esempio quando andiamo su campi che per forza di cose sono meno agevoli e sui quali facciamo un po’ di fatica in più. Siamo però anche molto sereni. Siamo primi con 4 punti di vantaggio e penso che questo non sia un momento negativo. Dobbiamo solo inseguire maggiore continuità in quanto penso che questo rappresenti il segreto per vincere i campionati».

A chi pensa che la sua presenza in campo sia incompatibile con quella di un trequartista come Botta, il giocatore milanese ha infine risposto in modo estremamente chiaro: «Ho giocato bene o male con tutti i moduli. A Cagliari ho vinto un campionato giocando come regista, nonostante la contemporanea presenza di un trequartista, e quindi penso che non ci sia assolutamente neanche da discuterne. Poi è l’allenatore a fare le sue scelte e a cercare di mettere la formazione nel modo migliore possibile. Del resto, penso che i giocatori bravi possono possano coesistere e giocare sempre assieme, basta che si mettano sempre al servizio della squadra».






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