Mignani: «Il Pisa è un avversario ostico, ma noi abbiamo sempre avuto l’obiettivo di vincere. E’ vero che siamo diventati meno sbarazzini, ma…»


BARI – Alla vigilia della gara interna contro il Pisa, Michele Mignani ha tenuto la consueta conferenza stampa e queste sono state le sue prime parole dettate dal fatto che la sua squadra è a secco di successi da ben 6 turni: «La vittoria è sempre un toccasana. Non c’è però stata partita in cui non siamo entrati in campo con l’obiettivo di vincere e anche contro il Pisa avremo questa idea».

L’allenatore del Bari ha quindi parlato di formazione, partendo da chi è assente: «Non ci saranno Ricci e Ceter. L’assenza di Cheddira? Le sue caratteristiche non le ha quasi nessun altro in rosa. A lui piace attaccare gli spazi alle spalle dei difensori e puntare la porta. L’ha fatto bene nella prima parte del campionato e per questo talvolta l’ho adoperato come unico perno offensivo, con due attaccanti alle sue spalle. Salcedo? Può giocare tra le linee o attaccare gli spazi perché ha gamba e scatto. Se giocherà Botta dall’inizio? Per rispetto verso i miei giocatori, non anticipo mai la formazione senza averla prima comunicata a loro. Fino ad un’ora e mezza dalla gara tutti dovranno farsi trovare pronti. Tutti i ragazzi vogliono giocare e danno segnali precisi in settimana, sta poi a me scegliere chi ritengo più adatto a ciò che voglio proporre in campo. Quando Ruben entra con un determinato spirito ed atteggiamento, quando ha voglia di farsi avere la palla e di essere protagonista, diventa sicuramente un valore aggiunto. Cangiano? Lo tengo sempre in considerazione».

Il discorso si è poi spostato sul modulo, ma il mister dei biancorossi non ama particolarmente sbottonarsi: «Cerchiamo di mettere i calciatori nelle condizioni migliori per dare il proprio contributo alla squadra. Antenucci? E’ una seconda punta che spesso si allarga e si abbassa, ma poi ha anche il compito di essere vicino alla porta e calciare. Sa cosa voglio e lui lo interpreta nel modo migliore. Se Dorval potrebbe essere particolarmente utile sulle fasce contro il Pisa? Lui è cresciuto molto e per farlo ancora ha bisogno di giocare con continuità. Nella prima parte del torneo ha avuto meno opportunità, ma è un ragazzo sempre molto attento, si allena con intensità, può giocare a destra o a sinistra, è vivace e molto reattivo e si muove con i tempi giusti. Può ulteriormente crescere nonostante non sia molto strutturato, gap che riesce comunque a colmare con l’esplosività».

L’ex Modena e Siena ha poi descritto le caratteristiche del prossimo avversario: «Il Pisa è una compagine molto ostica e difficile da affrontare. Da quando ha cambiato allenatore e ha ritrovato chi lo ha portato a giocarsi la serie A fino all’ultimo nella scorsa stagione, ha cambiato volto. Li abbiamo studiati nel loro modo di difendere e costruire e conosciamo la forza dei toscani, ma anche la nostra e ce la giocheremo alla grande».

A chi gli ha chiesto il perché negli ultimi tempi il Bari sia diventato meno pericoloso, il 49enne di Genova ha fatto una disamina del percorso fatto fino ad ora: «Credo che questo possa dipendere anche dall’atteggiamento dei nostri avversari. Le squadre ti studiano e cercano di capire i tuoi punti di forza per limitarli. Ad inizio stagione, inoltre, di solito si è più sciolti e liberi mentalmente, mentre quando il torneo entra nel vivo, si diventa un po’ meno sbarazzini ed esuberanti. Nelle ultime giornate è prevalso l’equilibrio e balza agli occhi che ultimamente siamo sempre andati in svantaggio per primi. Questo deve essere un punto su cui lavorare. Se non vai sotto, puoi sfruttare un’occasione e vincere la partita. Per fare gol bisogna produrre gioco, azioni offensive e farlo con intelligenza, senza mostrare il fianco agli avversari».

Il tecnico dei galletti si è congedato con un’ultima riflessione su: «Prima pensavamo di meno e partivamo all’arrembaggio. Ora pensiamo un po’ di più e questo può inibirti e frenarti. Partire forte, alzando l’intensità agonistica e i ritmi, può essere un vantaggio, ma dobbiamo avere il giusto equilibrio perché le partite sono sempre molto lunghe. Trovo però positivo che la squadra non si sia mai disunita nel momento in cui è andata sotto, riuscendo spesso a recuperare lo svantaggio. A Como, nel primo tempo siamo stati timidi e questo non è l’atteggiamento che voglio. I lombardi venivano però da 3 vittorie consecutive in casa e noi, pur non vincendo, siamo riusciti a non perdere».






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