
Nel post gara della partita persa dal Bari in casa del Palermo, Fabio Caserta ha tenuto la sua conferenza stampa per analizzare a caldo il risultato finale.
«Abbiamo sicuramente fatto delle cose migliori nel primo tempo – ha esordito l’allenatore del Bari – un po’ meno nel secondo. Non è stato però il Bari a concedere troppo spazio al Palermo che nella ripresa è stato invece bravo a spingere un po’ di più rispetto al primo tempo, soprattutto sugli esterni. Anzi, rispetto a tante altre partite che il Palermo ha fatto in precedenza, abbiamo concesso poco sugli esterni, pochi cross. Loro erano molto bravi a chiudere bene l’area di rigore con tanti uomini. Poi da un fallo laterale, abbiamo perso il contrasto aereo ed è nata la rete. Il secondo è stata invece un autentico eurogol. C’è poco da dire, c’è solo da continuare a lavorare sodo. Sappiamo che il campionato di Serie B è così».
Il mister dei biancorossi è conscio dei difetti dei suoi ragazzi e di non vivere un momento particolarmente brillante: «Bisogna stare più attenti dal primo al novantesimo perché, come ho detto sempre ai ragazzi, gli episodi alla fine condizionano le partite. La squadra ha fatto però una partita di sacrificio, cercando di lottare palla su palla. Non posso rimproverare l’impegno da parte di tutti i ragazzi perché hanno dato il massimo. Quando giochi contro una squadra così forte come il Palermo, gli episodi incidono. In questo momento siamo in difficoltà, anche a livello di punti, però se confronto la prestazione di oggi con quella fornita nel secondo tempo di Modena, sicuramente ho visto un’altra squadra, una squadra che ha lottato fino alla fine».
Secondo il 46enne di Melito di Porto Salvo il Bari non si è affatto tirato indietro contro i siciliani: «Nel primo tempo non è stato un Bari rinunciatario. Ha cercato di ripartire, di difendersi quando c’era da difendersi, ed ha creato delle situazioni pericolose come il colpo di testa di Moncini all’inizio. Poi c’è l’avversario che ha delle qualità sicuramente in questo momento superiori alle nostre, che è costruito per vincere ed è composta da giocatori abituati a vincere questi campionati».
Il calabrese non ha la minima intenzione di mollare: «In questo momento dobbiamo stare uniti e dare una mano ai ragazzi perché, quando non arrivano i risultati, tutte le cose che si fanno durante la settimana non contano e si vede solo il lato negativo. Bisogna lottare sempre e non demordere mai. Sappiamo che un o due risultati positivi possono cambiare la prospettiva».
A chi gli ha chiesto di alcune sue scelte come quella di schierare Castrovilli in posizione più offensiva, l’ex Catanzaro ha spiegato il suo punto di vista: «Ho deciso di fare giocare Castovillari un po’ più avanzato per un semplice motivo, Volevo dargli meno compiti in termini di copertura difensiva perché è da tanto tempo che non giocava una gara. L’ho visto molto bene e secondo me ha fatto una grande partita, anche dal punto di vista fisico. Secondo me può essere e sarà sicuramente per noi un giocatore determinante perché ha delle qualità tecniche superiori alla media. Sibilli? Si è sacrificato tanto nella fase difensiva perché loro spingevano molto con i quinti, sia da una parte che dall’altra e noi li abbiamo limitati molto».
Il tecnico dei galletti sa però cosa ci sia bisogno di fare in questo momento delicato: «Dopo due risultati negativi, bisogna avere la giusta tranquillità, capire gli errori che stiamo commettendo e continuare a lavorare sodo. Sicuramente c’è da migliorare. Sotto porta ed in termini di attenzione. Questo percorso è nato qualche mese fa e sapevo di poter incontrare qualche difficoltà. Sicuramente il calendario non ci ha aiutato e questa non vuole essere una giustificazione. Abbiamo incontrato quattro squadre costruite per vincere e che magari in questo momento sono più avanti rispetto a noi. Quindi è vero che bisogna analizzare anche le cose negative, però a me hanno insegnato sempre che nel calcio basta un episodio per cambiare tutte. Noi l’episodio ce lo dobbiamo andare a cercare, quindi non bisogna mollare un attimo, non bisogna abbassare la testa, ma bisogna alzarla e pensare a lavorare sodo, che è l’unica cosa che conosco nel calcio».

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