Ferrari: «Da giovane non ero tranquillo, ora è diverso. A Scandicci mi dissero che il calcio non fosse per me! Il “San Nicola” è fantastico, fa tremare…»

Il centravanti biancorosso si racconta


A Lentini ha disputato 45′ tutto sommato positivi, conditi dalla traversa colpita di testa in avvio, ma le sue potenzialità sono decisamente maggiori. Franco Ferrari rappresenta una cartuccia importante a disposizione del Bari e mister Cornacchini farà di tutto per spararla al meglio. L’attaccante argentino si è raccontato oggi sulle pagine del sito ufficiale biancorosso.

«Sono cresciuto giocando per le strade di Rosario con i miei amici – ha confessato il numero 19 dei galletti – non erano tempi facili, ma ho dei ricordi molto belli. Ricordo i tempi dello stadio, per seguire il Rosario Central, una passione vera da quando avevo 4 anni. Vengo da una famiglia umile, che mi ha trasmesso dei valori umani non comuni».

Il suo soprannome è “El Loco” ed è lui stesso a spiegarne il motivo: «E’ nato per le vie della mia città. Erano i tempi in cui non ero molto tranquillo. Ora sono molto diverso, più tranquillo. La mia famiglia è stata sempre eccezionale, non ho avuto tutto, ma ho avuto quello che era importante. Quando cresci in una famiglia che sa cosa è il lavoro, capisci il valore di ogni cosa. Mio padre fa il traslocatore, mia madre aiuta ragazzi con problemi psicologici. Aiutare il prossimo è fondamentale, tutto quello che tu dai ti torna; questa è una verità assoluta, che vale anche in campo. Io penso questo, la squadra prima del singolo; mi piace aiutare i compagni, al di là del gol».

Il racconto della punta sudamericana poi si sposta più propriamente sull’inizio della sua carriera: «Ho sempre avuto il sogno di diventare calciatore, ma non è stato facile, anzi; quando sono partito dall’Argentina insieme a mio fratello per venire in Europa, ricordo i primi tempi, senza conoscere la lingua, un altro mondo davvero. Eravamo in D, facevo il trequartista a Scandicci; ci hanno detto che il calcio italiano non era per noi, ho stretto la mano, ringraziato e sono andato via; davvero non sapevo cosa dire. Sono sceso in Eccellenza, per ripartire e le cose sembravano migliorare».

Le difficoltà non gli sono mancate, come ad esempio quando a Montecatini si è infortunato al ginocchio: «E’ stata una delle cose più brutte della mia vita, ma che mi ha insegnato tantissimo; se superi certi momenti diventi ancora più forte. Io non avevo squadra, un ragazzo mi faceva usare la piscina di un albergo per provare i movimenti, senza poter fare terapie o allenamenti specifici. Un giorno mi ha chiamato mio padre e dicendomi che mi voleva il Genoa; ho subito pensato ad uno scherzo. Mi è cambiata la vita, ho realizzato il mio sogno».

Ora Ferrari è in Puglia e la scelta compiuta quest’estate l’ha maturata quasi istantaneamente: «Vado subito! E’ stato il mio primo pensiero appena ho ricevuto la chiamata del Bari. Tanti amici che hanno giocato con questa maglia mi hanno parlato benissimo di questa piazza, tanto calda, come la mia Rosario; dovevo vedere dal vivo ed eccomi. Ritrovo Terrani, Corsinelli, lo stesso Hamlili con cui ho giocato a Pistoia. Speriamo che torni presto il “San Nicola” che fa tremare gli avversari. Si percepisce entusiasmo, è fantastico».






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