

BARI – Emiliano Mondonico rappresenta davvero un monumento del calcio italiano, ma soprattutto uno dei più composti, educati ed equilibrati personaggi di quel mondo. Il 70enne di Rivolta d’Adda ha allenato nella sua carriera squadre come la Cremonese, il Como, il Torino, l’Atalanta (con la quale riuscì ad arrivare, nella stagione 1987-1988, fino alle semifinali delle Coppa delle Coppe perdendo l’accesso in finale contro i belgi del Mechelen), il Napoli e la Fiorentina. Un percorso pieno di soddisfazioni e un ultimo periodo costellato da alcuni problemi di salute che però è riuscito brillantemente a superare. Ora è un affermato opinionista televisivo e, a margine della serata di presentazione dei calendari di serie B, tenutasi presso il Castello Normanno Svevo di Bari, ha rilasciato ai nostri microfoni alcune dichiarazioni sul prossimo campionato cadetto.
Che ruolo potrà avere secondo lei il Bari nel nuovo torneo di serie B? “Il campionato del Bari dell’anno scorso ha lasciato un po’ a desiderare, ma il pubblico è stato magnifico. I biancorossi partono con un punto di vantaggio grazie ai propri tifosi perché quando hai così tanta gente a sostenerti è chiaro che si è avvantaggiati. Mi auguro che, in un campionato che sembra pieno di big, i galletti facciano la loro parte e sino alla fine si trovi tra le prime posizioni”.
Riusciranno i biancorossi a recitare un ruolo di primo piano anche alla luce del mercato svolto sin qui dal club pugliese?“Bisognerà avere pazienza. Se nel comprare i giocatori tutti indovinassimo tutto, saremmo dei maghi e non certamente degli umani. E’ chiaro che il fare molti acquisti ti permette di aumentare il tenore della squadra, ma dopo ci sono le partite. Mi auguro che tutti rispondano in maniera positiva anche se sarà importante aspettare. Per fare una squadra, e soprattutto un gruppo, ci vuole del tempo”.
Supponendo che il Bari possa essere una pretendente alla promozione in A, quali potrebbero essere gli avversari più temibili?“E’ difficilissimo rispondere a questa domanda. Dico un nome, la Cremonese!”.
Lascia un commento