E’ stato uno dei pochi a salvarsi dall’anonima stagione biancorossa. Alessandro Micai ha spesso chiuso la propria porta a doppia mandata ed ha fatto quello che ha potuto senza inevitabilmente riuscire da solo a invertire la rotta di una squadra che alla fine si è spenta poco alla volta. Intervistato dal collega Pasquale Caputi, sulle colonne odierne del “Corriere del Mezzogiorno“, il portiere del Bari ha parlato a lungo del passato e del futuro.
“Ripartiremo dalla voglia di regalare alla piazza ciò che merita – ha esordito il 23enne mantovano – sappiamo che Bari vuole la serie A, ma dobbiamo provarci senza avere l’ansia di questo risultato. In questa stagione, dopo tre vittorie ci siamo condannati con le nostre stesse mani, sentendoci forse dei fenomeni. Dopo due o tre partite senza segnare, poi, siamo diventati asini“.
Stimolato a tornare sul suo tormentato inizio di stagione, quando l’allora tecnico Stellone lo aveva messo in discussione creando una rivalità tra lui ed Ichazo, il numero 12 dei galletti ha precisato che quel periodo l’ha fortificato e non demoralizzato: “Negli anni scorsi l’avrei presa come una punizione e non avrei reagito. Invece, con l’aiuto dei tifosi e dell’ambiente, ho tirato fuori quel qualcosa in più che mi ha permesso di giocare bene“.
Micai ha quindi detto la sua anche sulla questione relativa al prossimo tecnico: “Tutti i nomi che stanno circolando sono di grandissimi allenatori. Se dovessi scegliere, lo prenderei tignoso e che sappia gestire i giovani. Bari è una piazza esigente, che a livello mediatico non è da B, ma in generale vorrei che ci fosse un po’ più di pazienza nei riguardi di allenatore e squadra“.
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