BARI – Nella vittoria odierna contro il Catanzaro, Mirco Antenucci ci ha messo come al solito lo zampino. Il Bari è riuscito a stendere i giallorossi per 1-0, proprio grazie all’ennesima prodezza dell’attaccante che nel post gara ha voluto parlare da leader.
«Io per primo so e tutti i ragazzi sanno – ha esordito l’ex Spal – che venire a Bari è stata una scelta di cui prenderci le giuste responsabilità. Lo sapevamo e siamo consci che ci sia da fare un percorso che ci può portare lì dove sappiamo. L’anno scorso ci siamo quasi riusciti e ci ha fermato solo una sconfitta in finale che non ci ha consentito di andare in serie B e quest’anno stiamo facendo bene. C’è una squadra che sta facendo meglio di noi, però dobbiamo continuare su questa strada. Oggi ho visto cose migliori rispetto ad altre partite, anche sotto il profilo del gioco».
Da quando è nel capoluogo pugliese, la punta nata a Termoli ha giocato in diverse posizioni, con ruoli anche tra loro differenti. Nel nuovo progetto tattico, l’allenatore gli chiede di fornire un maggiore apporto alla manovra, cosa che non gli dispiace affatto, come da lui confermato: «Io mi sono ovviamente adattato ad ogni allenatore e ad ogni sistema di gioco. Ho ricoperto il ruolo di prima e seconda punta. Mister Auteri vuole da me un gioco di movimento. Mi piace moltissimo attaccare la profondità, ma mi viene chiesto talvolta di giocare per la squadra e costruire gioco anche lì davanti. Ho fatto un po’ tutto nella mia carriera e qualsiasi cosa si debba fare per il bene della squadra, va benissimo e non ho alcun problema a farlo. Io sto bene qui. Amo tantissimo il mio lavoro e tutto quello che faccio è per la mia famiglia, per la passione verso questo sport e per questo progetto. A fine anno tireremo le somme».
Le critiche piovuto dopo alcune sconfitte (vedi Foggia e Ternana), hanno probabilmente creato sensazioni contrastanti nel numero #7 dei galletti che ha concluso con un piccolo sfogo: «Non appena arriva una sconfitta, noto che qui si tenda sempre ad additare qualcuno come colpevole di qualcosa e sento parlare di noi ex calciatori o ex direttori. E’ un anno e mezzo che si parla sempre del Bari e non in modo propositivo. Io credo che si perda e si vinca tutti insieme allo stesso modo. Se si vince una partita non è merito di Antenucci o di Di Cesare, ma di tutte le componenti, società, staff e giocatori. Lo stesso accade quando si perde. Quando sento alcune cose ci rimango male perché rispetto questa squadra e questo sport e so cosa hanno i miei compagni. Sentirsi dire certe cose dopo una sconfitta, non fa piacere. Vincere o perdere fa parte del nostro percorso. Anche io vorrei vincere sempre o fare 50 gol a campionato, ma non è così semplice. Bisogna certamente continuare a lavorare, ma anche avere quell’equilibrio che, mi dispiace dirlo, a volte manchi».
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