Mignani: «Partita dura, ma punto d’oro. Questo stadio fa venire voglia di giocare anche a me! Gli arbitri? Ultimamente ci sono determinate cose che non capisco…»

Le dichiarazioni dell'allenatore biancorosso al termine del match contro il Sudtirol


BARI – Nel post gara del big match giocato dal Bari in casa contro il Sudtirol, valevole per la tredicesima giornata del campionato di serie B, Michele Mignani ha tenuto la sua consueta conferenza stampa per analizzare a caldo la partita.

«La gara è stata molto intensa e dura – ha esordito l’allenatore del Bari – ma d’altronde ne eravamo consapevoli perché conoscevamo bene il Sudtirol ed io ancora meglio dei miei calciatori perché 2 anni farà era nel mio girone. Restano una squadra difficilissima da affrontare e lo testimoniano i risultati utili che sta collezionando. Sono una formazione molto organizzata e fisica. Una delle mie preoccupazioni nella preparazione della partita, è stata ad esempio anche quella delle palle inattive perché, quando tu concedi la media di 10 cm agli avversari, non c’è da essere tranquilli. Non so se il risultato sia giusto o non giusto perché sarebbe potuta finire in pareggio o con una vittoria del Bari, ma anche con una loro vittoria. Prendiamo quello di oggi come un punto guadagnato e come un punto d’oro perché la squadra ha avuto una grande reazione».

Il mister dei biancorossi ha poi spiegato ancora più nel dettaglio il pomeriggio vissuto al “San Nicola”: «Abbiamo cercato di impostarla muovendo palla e, poiché c’era tanta densità dentro, in fase di costruzione abbiamo provato ad aprire dei giocatori sulle fasce. L’abbiamo fatto nel primo tempo con Bellomo a sinistra e con Salcedo a destra e qualcosa c’è riuscita. Soprattutto sulla catena di destra siamo andati al cross più volte con Pucino, meno sulla catena di sinistra, però poi le partite cambiano di momento in momento e ci siamo immeritatamente trovati sotto di due gol, sebbene il match fosse equilibrato. Abbiamo anche creato delle occasioni per far male all’avversario, ma loro stati bravi a infilarci due volte. La squadra ha avuto una grande reazione e nel secondo tempo abbiamo alzato i ritmi con l’orgoglio e la voglia di riprendere il risultato. Ci siamo riusciti e abbiamo provato anche a vincerla. Abbiamo schiacciato nella propria metà campo il Sudtirol che certamente si è ritrovata costretta a farlo. Perché non abbiamo tenuto i ritmi alti anche nel primo tempo? Spesso le squadre nel primo tempo magari si studiano un po’ di più ed io credo che nei primi 45 minuti non ci sia stata una squadra che fosse superiore all’altra. Come al solito, non aggiungo altro. Si potrebbe aggiungere qualcosa, ma preferisco parlare di calcio».

Queste ultime parole sibilline hanno stimolato i giornalisti ad approfondire la questione “decisioni arbitrali”. «Vado avanti sulla mia linea – ha dichiarato il 50enne genovese a tal proposito – ma ci sono determinate cose che non capisco, come Ultimamente mi capita, e che nessuno riesce a spiegarmi. Visto che i guardialinee e l’arbitro comunicano con l’auricolare, oggi non ho capito ad esempio perché, se il guardalinee è convinto che la palla sia uscita non debba dirlo all’arbitro dopo aver alzato la bandierina. Altrimenti avrebbe dovuto tenere la bandierina abbassata. Quando una squadra vede il guardialinee tirare su la bandiera, è normale che sia indotta a rallentare o a fermarsi. L’errore è stato nostro, ma andiamo avanti e passiamoci sopra. Non possiamo concentrarci su cose che non dipendano dalle nostre scelte e dal nostro volere e quindi per me l’episodio si è chiuso qui».

A chi gli ha chiesto delle scelte tattiche offensive, l’ex Modena e Siena ha spiegato le sue scelte: «A Benevento abbiamo sbagliato a schierare gli attaccanti allineati e quindi oggi, anziché partire con un trequartista e 2 attaccanti, abbiamo deciso di partire con una punta un po’ più alta (Scheidler n.d.r.) e due giocatori alle sue spalle come Anbtenucci e Salcedo. Antenucci è stato bravo ad lavorare alternativamente dentro e fuori e lui stesso mi ha confermato di aver trovato realmente più spazio aperto. Se i cambi nello schieramento iniziale siano stati troppi per poter fare bene sin da subito? Non sono d’accordo perché la rosa di cui disponiamo ci può consentire di avere lo stesso risultato e la stessa prestazione a prescindere di chi giochi. E poi, alla fine i giocatori che erano in campo nel primo tempo sono rimasti anche nella ripresa. Nel pregara avevo chiesto il gol da parte anche degli altri che non sono riusciti a segnare fino ad ora? I gol si possono fare in tanti modi e li possono fare tutti, anche i difensori. Diciamo che oggi siamo stati più pericolosi anche sulle palle inattive. Abbiamo fatto il primo gol e su qualche calcio d’angolo siamo riusciti a colpire la palla di testa».

Quanto ai singoli: «Scheidler? Sta bene e oggi credo l’abbia dimostrato, facendo vedere qualità e quantità. Deve sicuramente incattivirsi e questo lo si raggiunge rompendogli le scatole tutti i giorni affinché si sporchi la maglietta, il viso e le mani. E’ un lavoro che tocca a noi dello staff ed ai compagni. Qualche volta qualche calcio gli farò bene perché ti consente di reagire. Botta? Avevo l’idea di giocare con Antenucci e Salsedo e quindi, se lo avessi schierato dall’inizio, sarebbe stata una forzatura e avrebbe esposto la squadra a degli squilibri. Nel momento in cui c’è stato bisogno perché dovevamo recuperare la partita, dovevo forzarla in un modo o nell’altro ed ho chiesto a Ruben di fare la mezzala e l’ha fatto bene. Credo che Botta sia un giocatore che cuce il gioco e che, sotto certi aspetti, possa essere agevolato allontanandolo dalla porta piuttosto che facendolo partire in linea con i difensori avversari. Ne ho avuto conferma contro la Ternana ed oggi, facendo bene nel momento in cui è entrato. A Benevento, invece, è partito un po’ più alto ed ha fatto più fatica. Ricci? Diventa devastante quando interpreta il suo modo di giocare a calcio, partendo cioè palla al piede in velocità. Nel primo tempo c’erano meno spazi e meno occasioni per fare quello che ha fatto nel secondo tempo e questo lo ha dimostrato da quando è arrivato a Bari. Quando la partita ha bisogno di accelerazioni, lui spesso lo fa e perché gli piace puntare l’avversario e andar via. Qualcosa la fa un po’ meno bene e su queste cose bisogna lavorare. Ogni tanto i terzi devono andare senza palla e, una volta ricevuta, devono metterla con un tocco in porta. Questi si chiamano tempi!».

Il ligure ha anche speso qualche parola su chi non ha giocato: «Cheddira? In settimana ha avuto dei postumi di una botta alla caviglia subita a Benevento e nella prima parte della settimana non si è allenato con la squadra. Negli ultimi due giorni ha provato a fare qualcosa, però oggi mi ha fatto capire che non si sentiva libero mentalmente e la consequenziale scelta è stata quella di portarlo in panchina e di chiedergli, al bisogno, di fare un sacrificio di cui non c’è stato bisogno. Maiello e Vicari? Hanno avuto un risentimento muscolare, ma non è nulla di grave. Probabilmente, se fosse stata l’ultima partita di campionato, si sarebbero messi a disposizione, ma è stata una scelta mia il non volerli utilizzare per non compromettere il prossimo futuro».

Il tecnico dei galletti si è congedato con un’ultima riflessione sui tifosi: «Ho quasi finito le parole! Il momento più bello della nostra settimana è quando veniamo a giocare al “San Nicola” e oggi loro ci hanno letteralmente trascinati. Alla fine del primo tempo ho detto ai ragazzi di crederci perché la gente ci stava aiutando e ci stava dando una mano. Questo stadio fa venire voglia di giocare anche a me!».






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E' il Direttore Responsabile della Testata. Giornalista Pubblicista dal 2002 e tifoso da sempre "unicamente" del Bari. Citazione preferita: "Chi non si aspetta l'inaspettato, non scoprirà la verità" [Eraclito].

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