Il DS del Bari si presenta, Polito: «I tifosi sono delusi, ma questo non ci spaventa. Il nuovo allenatore? Ci sono idee chiare. Se un giocatore non sposa la causa…»


E’ stato ufficializzato solo da poche ore, ma sembra essersi già calato alla perfezione nella nuova realtà. Ciro Polito è il nuovo Direttore Sportivo del Bari ed oggi è stato presentato alla stampa ed ha avuto la possibilità di rilasciare le sue prime dichiarazioni.

«Buongiorno al popolo biancorosso! Ringrazio il presidente Luigi De Laurentiis – ha esordito l’ex Ascoli – e la sua famiglia per avermi scelto per questo ruolo.  Sicuramente avremo tanto da fare in questa stagione e conosciamo bene ciò a cui andremo incontro. So bene che i tifosi sono delusi, ma questo non spaventa né me, né il presidente. Vi posso garantire che lui ha una carica esagerata ed è una persona passionale che lavora h24, proprio come me. Siamo gente che vuole ottenere risultati e siamo abituati a prenderci delle responsabilità. Abbiamo il compito di trovare ciò che manca al Bari, nella speranza di riuscire a riportare questa piazza dove merita, con impegno, capacità ed un team preparato».

Il 42enne napoletano è conscio della missione che dovrà portare avanti: «Sappiamo che non ci siano alibi  che ci sia il solo obiettivo di vincere. Se questo sarà un anno di transizione? Assolutamente no! Sono già due anni con il Bari è in serie C e abbiamo l’obbligo di cercare di portarlo in serie B. Adesso c’è solo il calcio parlato e non giocato e quindi siamo tutti bravi con le chiacchiere. Sono contento di avere avuto una bella dose di consensi da parte del popolo biancorosso, però a me interessa portare dei risultati. Qui ci giochiamo molto. Ho fatto tanto per conquistare determinate categorie ed ora ho accettato di fare un passo indietro in termini di serie. Questo non mi spaventa perché sono per le sfide, anche ardue come questa. Un mio difetto? Sono un po’ impulsivo».  

Le sue intenzioni sono a dir poco belligeranti: «Sono pronto a lottare contro tutto e contro tutti e quindi anche contro i giocatori, qualora non rispettino le regole. Bisogna essere professionisti. In passato ho sempre detto ciò che penso. Se un giocatore non sposa la causa, si fa da parte. Poi è normale che il farsi da parte passi dal mercato, ma non intendo distruggere le società. Ci sono dei contratti da rispettare e quindi si cercherà in tutti i modi di far rientrare eventuali divergenze. Se il contratto è poi oneroso, il giocatore deve mettersi ancora di più a disposizione. Le pressioni della piazza? Quando si viene a giocare nel Bari, si sa a cosa si va incontro. Bisogna avere gli attributi per stare in determinati posti. Cercheremo quindi di scegliere i calciatori che possono stare in questa realtà e di far capire ai giocatori in che piazza si trovino. Secondo me oggi i Social bisognerebbe usarli poco o niente. Io non ho profili e non li leggo neanche. Se li si vuole leggere bisogna accettare le critiche. Di Cesare ed Antenucci? Parlerò con ciascuno degli elementi della rosa e valuteremo con l’allenatore chi farà al caso nostro».

Quanto ai requisiti del nuovo allenatore: «Vogliamo un profilo giovane, che sia però al livello della proprietaria, che abbia fame, abbia idee e una struttura di gioco ben consolidata. L’importante è che infine abbia voglia di venire a mettersi a disposizione di queste società e di questa piazza. Nella mia testa c’è già un candidato. Le idee sono chiarissime e speriamo che a stretto giro si possa dare anche l’ufficialità».

Il dirigente biancorosso ha ovviamente parlato di mercato: «Il mercato è molto lungo e dispendioso e io chiedo ai media tanta pazienza perché sappiamo che non sarà facile costruire una squadra subito. Abbiamo comunque già una base importante da cui partire e dobbiamo innestare alcuni giocatori funzionali alla causa. Alla fine però costruiremo sicuramente un Bari all’altezza, che possa partire subito col piede giusto e possa arrivare fino in fondo. Dobbiamo creare un Bari che abbia senso di appartenenza, abbia voglia di lottare per questa maglia così gloriosa e che abbia fame. Senza fame non si va da nessuna parte. Formule per vincere? Ce ne sono tante, ma ritengo che quella basilare sia costituita dallo stare zitti e lavorare. La “baresità” in squadra? E’ un discorso che lascia un po’ il tempo che trova, ma ben vengano calciatori utili al Bari e che siano nati in questa città. E’ però importante soprattutto il gruppo. In serie C, se non costruisci la mentalità vincente e non si ha fame e voglia di ottenere, non si arriva da nessuna parte».






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E' il Direttore Responsabile della Testata. Giornalista Pubblicista dal 2002 e tifoso da sempre "unicamente" del Bari. Citazione preferita: "Chi non si aspetta l'inaspettato, non scoprirà la verità" [Eraclito].

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