Mignani: «Secondo tempo non all’altezza! Abbiamo sofferto la loro fisicità. Mercato? La società sa cosa manca. Finché abbiamo lavorato con la testa sgombra e libera…»

Le dichiarazioni dell'allenatore biancorosso al termine del match contro il Perugia


BARI – Nel post gara della gara persa dal Bari in casa contro il Perugia, valevole per la terza giornata del girone di ritorno del campionato di serie B, Michele Mignani ha tenuto la sua consueta conferenza stampa per analizzare a caldo la partita.

«Il Perugia, nel complesso della partita, ha fatto meglio di noi – ha esordito l’allenatore del Bari – secondo me nel primo tempo la partita è stata più in equilibrio e ce la siamo giocata. Nel secondo abbiamo invece perso campo, concedendo un paio di occasioni a loro. Il primo goal lo abbiamo preso a un quarto d’ora dalla fine, però è anche vero che il secondo tempo non è stato all’altezza. Bisogna capire se è stato un problema di testa o un problema fisico. Abbiamo affrontato una squadra che stava bene e che in questo momento sta meglio di noi. Ci ha fatto non giocare e questa è una cosa che soffriamo. Abbiamo probabilmente anche sofferto un po’ la fisicità dei loro difensori sui nostri giocatori offensivi».

Il mister dei biancorossi ha poi spiegato ancora più nel dettaglio il pomeriggio vissuto al “San Nicola” ed ha cercato di trovare un insegnamento da questa battuta d’arresto: «Il Perugia è una squadra che ti mette molta pressione e in questi casi devi essere veloce nel pensare e nel muoverti per dare soluzioni ai compagni, ma questo lo sapevamo. Questa è stata la difficoltà più grossa della partita di oggi e, quando sei in difficoltà, devi giocare velocemente in avanti e in attacco devi cercare di tenere la palla. Questo secondo me c’è riuscito meno oggi. Per trovare soluzioni diverse, devi anche avere fisicità per reggere l’urto contro una squadra forte fisicamente».

Il ligure ha quindi spiegato l’ingresso in campo di Scheidler al posto di Antenucci negli ultimi minuti: «L’idea era quella di avere un giocatore più strutturato ed avere anche la possibilità di alzare Bellomo e di utilizzarlo come un Botta. Avevamo probabilmente bisogno di alzare la palla perché non riuscivamo più ad uscire giocando e avevamo bisogno di cercare qualcuno che avesse più centimetri. Volevo mettermi a 5 per coprire meglio e per essere più aggressivi sulle corsie esterne. In panchina giocatori offensivi non ce n’erano più».

Secondo il 50enne di Genova c’è solo una strada da percorrere: «Noi che lavoriamo all’interno riflettiamo sempre, sia quando si vince che quando si perde. Quello che ci si aspetta è fine a se stesso perché noi sappiamo le difficoltà che le partite offrono e le difficoltà e le insidie che questo campionato ti mette davanti. Dobbiamo fare punti perché solo attraverso i punti migliori o mantieni una classifica. Fino a quando abbiamo lavorato con la testa sgombra e libera, con entusiasmo, con voglia e con tanta fame abbiamo probabilmente lavorato bene. Se i risultati sono questi, vorrà dire che in quest’ultimo periodo dobbiamo migliorare la qualità del lavoro. Manteniamo l’equilibrio giusto perché non dobbiamo pensare in modo diverso da come facciamo di settimane in settimana. Dobbiamo preparare una partita dopo l’altra».

Quanto al mercato: «Credo che non debba mai essere una partita solo a stabilire se ci sia da fare qualcosa o meno. Abbiamo dei confronti quotidiani con la società che sa quello che in questo momento manca. La società sa che il campionato non è finito oggi, ma che finisce tra un po’ di partite e che bisogna fare punti. Se ci saranno le possibilità di sistemare qualcosa, lo faremo. Se non ci saranno, rimarremo con quello che avremo. Abbiamo fatto la scelta di non tenere qui gente scontenta e quindi adesso siamo questi. Alcuni sono partiti e queste sono distrazioni alle quali dobbiamo essere pronti e che anno gestite perché il mercato lo attraversano tutti e non vale solo per noi. C’è chi decide di farlo in uscita, chi di farlo in entrata e le distrazioni ci sono per tutti».

A chi gli ha infine chiesto della poca incisività offensiva, l’ex Modena e Siena è stato molto chiaro: «Prima del match eravamo uno dei migliori attacchi del campionato e quindi vuol dire che di solito qualcosa di buono la facciamo in attacco. Oggi non c’è riuscito, ma quando la squadra non produce situazione offensive non è mai demerito di uno o di due giocatori. Non voglio preoccuparmi più del dovuto e non voglio essere pessimista, ragionando su una partita sola. Io sono abituato a ragionare su una settimana di lavoro, su un contesto e per contesto intendo tutte le partite che abbiamo fatto, dal primo giorno ad oggi».






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E' il Direttore Responsabile della Testata. Giornalista Pubblicista dal 2002 e tifoso da sempre "unicamente" del Bari. Citazione preferita: "Chi non si aspetta l'inaspettato, non scoprirà la verità" [Eraclito].

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