Mignani: «Vittoria che porta entusiasmo e serenità, ma c’è da lavorare. Cambi vincenti? Sono colpi di fortuna! Miglioriamo spesso nella ripresa…»


Nel post gara della sfida tra Picerno e Bari, valevole per la terza giornata di serie C, Michele Mignani ha tenuto la sua consueta conferenza stampa per analizzare a caldo il match.

«La vittoria ti rende sempre felice – ha esordito l’allenatore del Bari – anche se è arrivata con un pizzico di sofferenza. Alla fine però anche sofferenza aiuta a creare gruppo e a crescere. Siamo contenti perché la vittoria porta entusiasmo, serenità e siamo consapevoli che stiamo facendo, passetto dopo passetto, un certo percorso. E’ ovvio che ci sia da lavorare e da migliorare. Sono anche contento che oggi siano entrati altri ragazzi che non giocavano da tempo e questi si siano resi utili dando un ottimo contributo. Andiamo avanti e pensiamo alla prossima, ma godiamoci per un giorno questo successo».

Il mister dei biancorossi ha poi spiegato ancora più nel dettaglio la serata vissuta al “Viviani”: «Nel primo tempo non abbiamo creato tante situazioni, c’è mancato un po’ di qualità e abbiamo sbagliato spesso l’ultimo passaggio. Se fossimo riusciti a sbloccarla, probabilmente sarebbe stata una partita diversa perché poi avremmo avuto più spazi. Dobbiamo anche essere più bravi a non prendere delle ripartenze come accaduto stasera quando in un paio di circostanze i nostri avversari sono ripartiti e noi erano un pochino sbilancia, finendo per rischiare qualcosa. Nel secondo tempo invece abbiamo creato di più e abbiamo avuto più occasioni. Poi siamo riusciti a fare gol e a conservare il risultato fino in fondo».

Quanto agli innesti di Mallamo e Simeri poco prima del gol vittoria: «Sono semplicemente colpi di fortuna. Sorrido e ribadisco che la forza di questa squadra deve diventare il gruppo. Chi è uscito probabilmente stava calando, non tanto sotto l’aspetto della gestione della palla. Pur avendo sbagliato qualcosa, sia Botta che D’Errico stavano facendo bene, però volevo gente più fresca perché a volte c’è stato da rincorrere e li vedevo un pochino più affaticati. Una scelta di questo genere ha poi pagato in occasione del gol, ma tutti quanti devono sapere che non esistono titolari e seconde scelte in questo gruppo. Dobbiamo portare tutti ad un livello altissimo e abbiamo bisogno di lavorare. Quando hai tante alternative e 20 titolari, cerchi di coinvolgere tutti e di farli sentire ugualmente importanti. Dispiace per chi non entra, però i cambi sono 5 e oggi ne abbiamo dovuto anticipare uno nel primo tempo. Erano quindi rimasti solo due slot e forse avrei potuto fare qualcosa un po’ prima. Mi sono tenuto l’ultimo slot alla fine per cercare di portare a casa la vittoria. Mazzotta? Ha avuto un fastidio al flessore e non riusciva bene a capire se si trattasse di un indurimento, di un indolenzimento o di qualcosa di più grave. Quando il ragazzo ci ha fatto capire di preferire il cambio, l’abbiamo effettuato. Nelle prossime ore faremo delle indagini strumentali per cercare di capirne il danno e speriamo che non sia nulla di che».

Il ligure ha poi fatto una riflessione sul modo di giocare quando gli avversari non permettono di far giocare: «Quando non riesci a giocare perché c’è densità in mezzo al campo, i giocatori che hanno qualità come Botta devono dare una mano alla squadra alla costruzione. LUi l’ha fatto e anche bene. Negli ultimi 30 metri abbiamo purtroppo sbagliato a fare delle scelte e quindi spesso è mancato l’ultimo passaggio. Marras? Anche lui ha le caratteristiche per togliere un po’ di punti di riferimento all’avversario e per attaccare lo spazio, giocando tra le linee. Ha fatto bene anche lui sebbene fosse da tanto che non giocava. Ha avuto anche un problema durante il ritiro e sono contento perché è troppo importante per me avere a disposizione questa qualità. Prima della gara avevo un dubbio tra Marras e Simeri. Secondo me era invece giusto fare giocare Cheddira e Botta. Alla fine la scelta è ricaduta su Marras perché secondo me Simeri è un pochino più simile a Cheddira, mentre Marras è capace di svariare su tutto il fronte offensivo e mi dava quindi la possibilità di aprire un po’ di più la loro linea difensiva. Nel primo tempo, quando c’erano più spazi, l’ha fatto bene. Prima di cominciare la partita non ho mai certezze. A volte sei fortunato, altre volte le scelte fatte invece non pagano».

Il genovese ha infine dato ragione a chi gli ha fatto notare che in queste prime uscite la squadra abbia evidenziato una sorta di propensione ad uscire alla distanza: «La squadra è cresciuta nel secondo tempo, anche se non si può trascurare un certo calo degli avversari. Abbiamo anche giocato due partite su questo campo sintetico che è diverso da quello in erba. Faremo con lo staff alcune valutazioni in merito. Probabilmente, per il lavoro che abbiamo fatto, magari siamo un po’ meno brillanti all’inizio della partita, ma poi cresciamo nel secondo tempo. Un altro vantaggio che puoi avere è rappresentato dal fatto che si possono effettuare 5 cambi e, nel caso in cui vedessi qualcuno calare, potrei mettere dentro delle forze fresche».






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