Simeri: «Abbiamo vinto mettendoci fame, grinta e sacrificio. In campo ci metto l’anima. Io e Antenucci…»


La vittoria del Bari a Pagani ha lasciato un senso di serenità in tutto l’ambiente, unito alla consapevolezza di essere sempre all’altezza della situazione. Il giorno dopo il successo contro gli azzurrostellati, Simone Simeri ha espresso su Radiobari il proprio giudizio sul match: «Quella di ieri, al di là dell’aspetto tecnico degli avversari, è stata una partita difficilissima perché il campo era davvero al limite della praticabilità. E’ difficile da spiegare e forse sulla spiaggia si sarebbe giocato meglio. Non si poteva proprio giocare e noi, con la fame, la grinta ed il sacrificio abbiamo portato a casa i tre punti».

Sulla rete decisiva, il 26enne napoletano è risultato determinante e questa e la sua descrizione dell’azione vincente: «Tutto è iniziato dal bel tiro di Schiavone, io ci ho creduto sulla ribattuta e Mirco (Antenucci n.d.r.) ha fatto un grande gol. Gli faccio i miei complimenti. Una mezza rovesciata da serie A? Certo, non era facile e lui veniva in corsa con la palla un pochino dietro. E’ stato bravo a coordinarsi e a segnare. Il mio gol fallito? Ho perso un secondo per capire come sarebbe schizzata la palla e se il portiere fosse uscito del tutto. Ero indeciso quindi se fare il pallonetto o metterla rasoterra. Ne è uscita una via di mezzo e cioè un pallonetto dolce».

I supporters pugliesi intanto lo ricoprono di complimenti, un po’ come accade per un suo compagno di squadra arrivato insieme a lui nella scorsa stagione. «A me e Hamlili fa onore l’affetto del pubblico – ha confessato l’attaccante partenopeo – siamo saliti su questa barca quando non avevamo nulla e ora che la musica è cambiata è bello ricevere gli stessi apprezzamenti fatti a giocatori importanti come Antenucci. I veri tifosi non dimenticano».

Quanto al suo ruolo ormai consolidato di suggeritore: «Anche l’anno scorso ho fatto 10 assist. Non bisogna valutare un attaccante solo per il gol, ma anche per il lavoro che fa per la squadra, perfino da rifinitore. In campo vado per metterci l’anima e per cercare di portare a casa i tre punti, al di là se il gol lo faccia io o gli altri. Ieri penso di averlo dimostrato anche nel fango. Io gregario di lusso di Antenucci? Ne sono contento e credo in fondo di essermelo guadagnato. Ogni domenica cerco di ripagare la fiducia che il mister ripone in me. Con Mirco tra l’altro ho un rapporto bellissimo anche perché lui, oltre ad essere un grandissimo giocatore, è anche una bravissima persona. Non ti fa pesare le sue presenze in A o le tue in C o in D. E’ una persona che ti mette veramente a tuo agio e devo dire che non me l’aspettavo. Nel calcio, più sei in alto e più le persone sono umili. E’ un dato di fatto. Nessuno deve però sentirsi suo partner ufficiale. Lui stesso deve sempre mettersi in gioco perché nel calcio nulla è mai scontato».

Il numero 9 dei galletti ha poi commentato il nuovo modulo proposto da Vivarini: «E’ normale che in questo modo davanti abbiamo un giocatore in più e cioè un trequartista, come Terrani, Floriano o Neglia, che ci può dare una mano ad andare in porta. Col 3-5-2 veniva fatto tutto dai quinti o dalle mezzali. Ora il passaggio verso la porta ce lo può fare anche il trequartista e quindi abbiamo una soluzione in più davanti. Ovviamente la punta deve di conseguenza correre un po’ di più per accorciare sul terzino o sul quinto avversario. Questo però non mi fa paura. Sono in una condizione fisica quasi ottimale anche perché in settimana facciamo un lavoro specifico per reggere 90 minuti».

La punta biancorossa ha infine analizzato la graduatoria attuale e il torneo in generale: «E’ una classifica cortissima. In due punti ci sono quattro squadre. Domenica abbiamo un papabile scontro diretto contro il Teramo, una squadra costruita per vincere. Poi andremo a Rende e quindi riceveremo il Potenza. In queste tre partite dobbiamo cercare di accorciare quanti più punti possibili da chi ci precede. Dobbiamo cercare di chiudere il girone d’andata nel miglior modo possibile per avvicinarci alla Reggina. Questo è un campionato particolare e difficile, nel quale si può vincere e perdere con chiunque e nel quale ogni partita può risultare complicata. Noi ci crediamo fino all’ultimo, altrimenti ci saremmo ritirati. Mancano tante partite e ci sono tantissimi punti in palio. Al contrario nostro, la Reggina ad oggi non ha ancora avuto un calo fisico o di concentrazione. Magari loro, nel girone di ritorno, potrebbero passare ciò che è accaduto a noi nelle prime giornate».






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E' il Direttore Responsabile della Testata. Giornalista Pubblicista dal 2002 e tifoso da sempre "unicamente" del Bari. Citazione preferita: "Chi non si aspetta l'inaspettato, non scoprirà la verità" [Eraclito].

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